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sabato 17 marzo 2012

un nuovo equilibrio

Credo che questa strada verrà scelta sempre di più e l'effetto sarà un sano bilanciamento (non tutti possono fare i dottori...). La crisi porterà un nuovo equilibrio!


Per maggiori info:
il sito del progetto pecoranera di Devis Bonanni

venerdì 9 gennaio 2009

after dark

In queste vacanze natalizie sono riuscito a leggere due romanzi, di cui voglio parlare brevemente. Iniziando dal secondo, che é quello che mi ha colpito di piú, stregandomi nei suoi meandri.

After dark, dello scrittore giapponese Murakami. Forse non ho usato l'approccio giusto con questo libro. L'ho divorato voracemente, ma forse meritava di essere assaporato dolcemente. Ma non é stata colpa mia. E' stato l'incantesimo che, in casi fortunati, solo tra libro e lettore si riesce a creare.

Una notte, una sola notte a Tokyo. Le ore scandiscono il procedere dei capitoli. Tutto in una notte. In cui si muovono, si incontrano, si scontrano, si accarezzano... una ragazzina introversa, sua sorella che si trova in un apparente stato vegetativo, un musicista jazz pieno di sogni, la gestrice di un love hotel ex campionessa di lotta femminile, un informatico che lavora fino al mattino successivo, una prostituta cinese diciannovenne.

Una notte, si diceva. Una notte in cui le luci non mancano, in cui le luci sono innanzitutto questi personaggi, che dall'incontro riescono, come il laser in cui emerge un'onda coerente, ad illuminare l'oscuritá che li avvolge. Buio e luce in compresenza, una notte che non esiste senza il giorno e viceversa.

E una cittá, Tokyo, descritta con vividezza impareggiabile da Murakami. Sembra di essere lí. Sembra di vedere, dal vero, un film, con la telecamera che viene magistralmente spostata per farci cambiare prospettiva, angolazione, punto di vista. Molto spesso vediamo Tokyo dall'alto, auto-organizzata come un animale che vive di vita propria, in cui gli individui, pur mantenendo la propria individualitá, contribuiscono a creare il sistema cittá.

Qui, gli opposti convivono. Di buio e luce si é giá detto. E poi, in tutto il romanzo, sogno e realtá, semi-sogno o semi-realtá, confini sfumati e vertigini e brividi. Effetto di straniamento nitidamente descritto nei minimi particolari. Orlo del caos, diremmo noi...

Meritava maggior dolcezza. Murakami mi scuserá se l'ho divorato voracemente. Non avevo altra scelta.

mercoledì 5 novembre 2008

michael crichton

E' mancato oggi Michael Crichton, autore tra gli altri del best seller Jurassic Park del 1990.
Altre volte ho qui ricordato scienziati della complessità (ad esempio Edward Lorenz, scomparso anch' egli quest' anno). In questo caso ricordo un amante della teoria della complessità, soprattutto affascinato dall'idea dell'orlo del caos.
Nella prefazione del suo libro Il mondo perduto cita questo passo sull'orlo del caos di Ian Malcolm, immaginario studioso dell’Istituto di Santa Fe e protagonista del romanzo:

È una zona di conflitto e di scompiglio, dove il vecchio e il nuovo si scontrano in continuazione. Trovare il punto di equilibrio è una faccenda delicatissima: se un sistema vivente si avvicina troppo al margine, rischia di precipitare nell’incoerenza e nella dissoluzione; ma se si ritrae troppo diventa rigido, immoto, totalitario. Entrambe queste evenienze portano all’estinzione. L’eccessivo cambiamento è letale quanto l’eccessivo immobilismo. I sistemi complessi prosperano solo al margine del caos.

Ed ecco, nel film tratto dal suo Jurassic Park, come viene spiegato il caos...



E allora, che riposi in pace. O, se preferisce, in dinamico equilibrio all'orlo del caos.

martedì 23 settembre 2008

auto-organizzarsi per sopravvivere

Il disordine ha già salvato la vita a migliaia di individui. In guerra basta spesso la più piccola deviazione da un ordine per portare in salvo la pelle.

Bertolt Brecht (1898-1956), commediografo tedesco

sabato 23 agosto 2008

sono tutte palle!

Forse il gioco del biliardo è una metafora della vita. Con le sue traiettorie precise, dove non conta la fortuna, se sbagli è solo causa tua. Un ordine così silenzioso da far apparire tutto il resto, i piccoli e grandi accadimenti di ogni giorno, come deviazioni dalla perfezione euclidea, da ricondurre ad equilibrio. Il biliardo è una metafora della vita. La perfezione massima è colpire la palla e farla ritornare nell'identico punto di partenza, nè un millimetro più nè un millimetro meno. Lì, dove deve essere.

No, questa perfezione non è di questo mondo, non ci appartiene. Piccole deviazioni dall'equilibrio si amplificano creando nuovi mondi inaspettati, percorsi di senso e scenari mai percorsi. Succede che il per sempre diventa mai. Succede che arriva l'asfalto, scoppiano bombe, farfalle battono ali e creano uragani, sale il vento, il velo del tempio si squarcia.
Ma il biliardo può essere davvero una metafora della vita. Abbassandoci, cambiando visuale, stringendo gli occhi, capiamo che è impossibile fare fermare la palla nell'identico punto di partenza. Il panno verde è un complesso intreccio di fili, la palla bianca è molecole, il matrimonio tra i due mondi non è regolato dal per sempre, ma dal principio di indeterminazione. No, la palla non si ferma nell'identico punto di partenza. Mai! Allora sì il biliardo è una metafora della vita. Non c'è la razionalità perfettamente ordinata, c'è complessità, contingenza, approssimazioni successive. Si può perdere una medaglia d'oro per 4 millesimi di secondo.


Ps: la riflessione sul biliardo come metafora della vita è frutto della lettura del bel romanzo L'acchito di Pietro Grossi.

sabato 24 maggio 2008

il ritmo del cambiamento

Non e' tanto l'entita' del cambiamento. E' il ritmo del cambiamento.
I rami di continuita' si fanno sempre piu' corti. I punti di discontinuita' sempre piu' frequenti, ravvicinati tra loro. Momenti di salto, inaspettato e imprevedibile. E' facile perdere la bussola, provare un senso di vertigine, sentire che qualcosa sta succedendo ma non riuscire a definirlo.
Illuminanti al riguardo le parole di Ernesto Illy:
Quando la vita scorreva lenta come un pigro fiume, la complessita’ esisteva, ma non veniva percepita. Oggi tutti se la sentono addosso, perche’ il ritmo si e’ fatto serrato come un torrente vorticoso.

venerdì 7 marzo 2008

elezioni nel caos deterministico

A poco più di un mese dal voto, si moltiplicano sondaggi e previsioni. Ma, con buona pace di tutti, la verità sembra essere che nessuno può prevedere la composizione del prossimo Senato.

In un interessante articolo pubblicato su Le Scienze nel settembre 2006, i ricercatori dell'Istituto dei sistemi complessi del CNR, Alberto Petri, Fergal Dalton e Giorgio Pontuale hanno dimostrato che l’applicazione del premio di maggioranza al Senato ricorda il comportamento dei sistemi dinamici caotici, di fatto imprevedibili. Piccole variazioni possono generare effetti molto diversi tra di loro: è l'effetto butterfly.

In linea di principio l'evoluzione di un sistema caotico deterministico è perfettamente prevedibile, ma per questo è necessario che le condizioni iniziali del sistema siano conosciute precisamente, vale a dire con infiniti numeri dopo la virgola: una cosa irrealizzabile in pratica.
Allo stesso modo prevedere l'effetto del premio di maggioranza richiede il pronostico esatto del numero di seggi in ciascuna Regione (le cifre dopo la virgola). Le Regioni non sono infinite, anzi sono relativamente poche, ma la grande incertezza dei pronostici elettorali rende di fatto imprevedibile il risultato.

martedì 26 febbraio 2008

insegnare complessità

Ringrazio Annarita che mi ha segnalato come blog interessante.
Annarita è insegnante di matematica e scienze ed è convinta che una riforma dell'educazione vada di pari passo con una riforma del pensiero.

Vero. Il testo di riferimento in questo caso è La testa ben fatta del filosofo francese
Edgar Morin. Sottotitolo: Riforma dell’insegnamento e riforma del pensiero nel tempo della globalizzazione.
Secondo Morin il tratto essenziale di questo momento è l'interdipendenza. Il pensiero complesso è l'unico in grado di fronteggiarlo e va coltivato. E insegnato. Secondo sette principi:
1. principio sistemico (il tutto è più della somma delle parti)
2. principio ologrammatico (la parte è nel tutto, il tutto è nella parte)
3. principio della retroazione positiva (allontanamento dall'equilibrio)
4. principio dell’anello ricorsivo (causalità circolare)
5. principio dell’autonomia/dipendenza (apertura termodinamica, chiusura organizzativa)
6. principio dialogico (cultura dell'and, che unisce: ordine e disordine, continuità e discontinuità...)
7. principio della reintegrazione del soggetto conoscente in ogni processo di conoscenza (inscindibilità sistema-ambiente).

Per una veloce ma completa sintesi del pensiero invocato da Morin, consiglio Introduzione al pensiero complesso. In cui appare questa affascinante giustificazione filosofica dell'orlo del caos:
In un universo di ordine puro, non si darebbe innovazione, creazione, evoluzione. Non si darebbe esistenza vivente né umana. Allo stesso modo, nessuna esistenza sarebbe possibile nel puro disordine, poiché non ci sarebbe alcun elemento di stabilità sul quale fondare un’organizzazione.

Ordine e disordine. Coesistenza. Again!

sabato 23 febbraio 2008

l'altro lato della scienza

Stamattina su Radio 2, l'ottimo Federico Taddia mi ha fatto spaziare da Vasco Rossi agli stormi di uccelli, dagli indiani Apache alla tastiera QWERTY.

Siamo partiti con Vasco Rossi, che in Sally canta:
la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia.




Questo equilibrio sopra la follia è
l'orlo del caos. Sembra equilibrio, ma l’equilibrio è solo una coperta sopra una dinamica follia.
E' dal basso, da questa dinamica follia, che emergono i fenomeni e le strutture più stupefacenti.

Ecco allora gli stormi di uccelli. Non hanno un leader, né un progetto. Ogni singolo uccello segue un insieme di regole di base, che lo portano ad imitare l’atteggiamento dei propri vicini. Emerge un comportamento coerente. L'emergenza è il mistero più affascinante della scienza.

E gli indiani Apache resistettero per più di due secoli a Spagnoli prima, Messicani poi, e Americani infine, proprio perchè non avevano un leader.

E tecnologie inferiori ad altre si affermano in continuazione. Non è l'ordine della teoria neo-classica, è orlo del caos. La
tastiera con cui sto scrivendo è stata progettata con l'obiettivo di rallentare i dattilografi veloci. A fine '800, nelle macchine da scrivere, i martelletti dei tasti tendevano a incastrarsi.

Dimentichiamo l’equilibrio della scienza tradizionale, che si trova solo nelle cose morte. La vita è lontana dall’equilibrio, è alla ricerca continua del nuovo e dell’improbabile. Ha ragione Vasco Rossi.