Ringrazio Annarita che mi ha segnalato come blog interessante.
Annarita è insegnante di matematica e scienze ed è convinta che una riforma dell'educazione vada di pari passo con una riforma del pensiero.
Vero. Il testo di riferimento in questo caso è La testa ben fatta del filosofo francese Edgar Morin. Sottotitolo: Riforma dell’insegnamento e riforma del pensiero nel tempo della globalizzazione.
Secondo Morin il tratto essenziale di questo momento è l'interdipendenza. Il pensiero complesso è l'unico in grado di fronteggiarlo e va coltivato. E insegnato. Secondo sette principi:
1. principio sistemico (il tutto è più della somma delle parti)
2. principio ologrammatico (la parte è nel tutto, il tutto è nella parte)
3. principio della retroazione positiva (allontanamento dall'equilibrio)
4. principio dell’anello ricorsivo (causalità circolare)
5. principio dell’autonomia/dipendenza (apertura termodinamica, chiusura organizzativa)
6. principio dialogico (cultura dell'and, che unisce: ordine e disordine, continuità e discontinuità...)
7. principio della reintegrazione del soggetto conoscente in ogni processo di conoscenza (inscindibilità sistema-ambiente).
Per una veloce ma completa sintesi del pensiero invocato da Morin, consiglio Introduzione al pensiero complesso. In cui appare questa affascinante giustificazione filosofica dell'orlo del caos:
In un universo di ordine puro, non si darebbe innovazione, creazione, evoluzione. Non si darebbe esistenza vivente né umana. Allo stesso modo, nessuna esistenza sarebbe possibile nel puro disordine, poiché non ci sarebbe alcun elemento di stabilità sul quale fondare un’organizzazione.
Ordine e disordine. Coesistenza. Again!
4 commenti:
Ciao, Luca. Dopo un pomeriggio speso nei consigli di classe, non potevo trovare nulla di più gradito e vivificante di questo post.
Per l'ennesima volta, oggi mi sono scontrata con la resistenza al cambiamento. Il volersi ostinare a procedere in modo immutato e immutabile, questo è il vero dramma della scuola italiana.
E' innegabile l'esistenza di condizioni al contorno negative, (mi riferisco alle politiche sbagliate, al lavoro deleterio dei sindacati etc)...ciò nonostante il punto della questione rimane il rifiutare il cambiamento, il non volere investire nella complessità.
Qui è il nodo di tutto. Cambiare non è facile...
Grazie per questo articolo, mi fa sentire meno sola.
Annarita
grazie a te per lo spunto a parlarne :)
ciao! di Morin avevo letto Il metodo, a proposito di complessità. Il tuo libro invece lo trovo davvero ben fatto e divulgativo nel senso migliore del termine, non è facile spiegare in modo semplice la complessità.
complimenti ancora! http://zop.splinder.com
grazie zop! :)
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