sabato 23 agosto 2008

sono tutte palle!

Forse il gioco del biliardo è una metafora della vita. Con le sue traiettorie precise, dove non conta la fortuna, se sbagli è solo causa tua. Un ordine così silenzioso da far apparire tutto il resto, i piccoli e grandi accadimenti di ogni giorno, come deviazioni dalla perfezione euclidea, da ricondurre ad equilibrio. Il biliardo è una metafora della vita. La perfezione massima è colpire la palla e farla ritornare nell'identico punto di partenza, nè un millimetro più nè un millimetro meno. Lì, dove deve essere.

No, questa perfezione non è di questo mondo, non ci appartiene. Piccole deviazioni dall'equilibrio si amplificano creando nuovi mondi inaspettati, percorsi di senso e scenari mai percorsi. Succede che il per sempre diventa mai. Succede che arriva l'asfalto, scoppiano bombe, farfalle battono ali e creano uragani, sale il vento, il velo del tempio si squarcia.
Ma il biliardo può essere davvero una metafora della vita. Abbassandoci, cambiando visuale, stringendo gli occhi, capiamo che è impossibile fare fermare la palla nell'identico punto di partenza. Il panno verde è un complesso intreccio di fili, la palla bianca è molecole, il matrimonio tra i due mondi non è regolato dal per sempre, ma dal principio di indeterminazione. No, la palla non si ferma nell'identico punto di partenza. Mai! Allora sì il biliardo è una metafora della vita. Non c'è la razionalità perfettamente ordinata, c'è complessità, contingenza, approssimazioni successive. Si può perdere una medaglia d'oro per 4 millesimi di secondo.


Ps: la riflessione sul biliardo come metafora della vita è frutto della lettura del bel romanzo L'acchito di Pietro Grossi.

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