martedì 21 aprile 2009

nuovo libro di bocchi e ceruti

Ecco la nuova fatica degli autori di La sfida della complessitá...
si chiama Una e molteplice. Ripensare l'Europa.

Non l'ho ancora letto ma, conoscendo gli autori, lo consiglio sin d'ora.

A vent'anni dalla caduta del Muro di Berlino, gli autori di "La sfida della complessità", in queste pagine agili e illuminanti, tornano a riflettere sul senso profondo della storia europea. È una storia di unità e diversità, ricca di intrecci etnici e linguistici, culturali e religiosi, di conflitti disastrosi e di progetti politici costruttivi. Come mostrano gli autori, l'Europa si presenta come un progetto e non come un territorio, si definisce come entità politica e non geografica. Nata dalle rovinose esperienze delle due guerre mondiali, dei totalitarismi e della contrapposizione fra blocchi, grazie alla consapevolezza della sua storia, remota e recente, l'Europa ha imparato a pensare insieme identità e diversità, unità e molteplicità, concependo ogni cultura come incompiuta, multipla e in continua evoluzione. In virtù di questo patrimonio, l'Europa può diventare un laboratorio di innovazione, capace di raccogliere le sfide che gli orizzonti etici e politici del "mondo globale" pongono alle persone, alle collettività e alle istituzioni.

lunedì 20 aprile 2009

il re, l'eroe, la fata

Piera Giacconi é innanzitutto una persona di sensibilitá e profonditá fuori dal comune. Ha la rara capacitá di metterti profondamente a tuo agio. Lo posso dire dopo averla conosciuta venerdí sera.

E poi, Piera Giacconi conosce le fiabe. Le racconta, le utilizza come strumento di cambiamento per uomini ed organizzazioni. E le inventa, le scrive.


Cambiare grazie alle fiabe. C'é dietro un metodo, il metodo Debailleul, ma per questo vi prego di rifarvi al suo sito, dove troverete tutte le informazioni che cercate. Ora vi racconto quello che ho capito, oppure ho immaginato io.

Le fiabe rappresentano lo spazio delle possibilitá. Tutto é possibile, tutto ci é possibile, se ci liberiamo dalle meschinitá dell'appiccicosa realtá. Lá dentro, invece, lá possiamo riscoprire la libertá nei valori forti tradizionalmente tramandati nelle fiabe.

Quello che mi sembra promettente é che nelle fiabe non ci sono risposte precostituite, non c'é l'unica vera via, la one best way. Bisogna uscire dagli schemi, cercare la propria strada, abbandonarsi alla creativitá. Probabilmente, oggi piú che mai, le fiabe possono essere importanti per uomini ed organizzazioni.

Perché in ciascuno di noi c'é un Re, esigente nel formulare sogni a prima vista inarrivabili. E poi c'é un Eroe, pronto a versare fino all'ultima goccia di sudore per arrivare lá. E poi una Fata, quel tocco di magia inattesa che ci fa sfiorare l'infinito.

Molto spesso li sopprimiamo. Che spreco...


lunedì 6 aprile 2009

l'aquila, 6 aprile 2009

Lasciamo da parte le polemiche e consideriamo che eventi catastrofici di questo tipo non sono scientificamente prevedibili.
Lasciamo da parte le polemiche, solite polemiche strumentali.
Rimbocchiamoci tutti le maniche. Se questo non verrá fatto, se qualcuno non lo fará, se la ricostruzione sará lenta o sbagliata, allora sí faremo polemica.
Adesso no.

giovedì 2 aprile 2009

complessità e vita quotidiana

Vi rimando a un bel post sulla complessità dal blog Appunti e virgole.

Ecco l'introduzione:

Non sono uno studioso e nemmeno uno scienziato: sono solo un curioso che legge e segue i progressi della comunita` scientifico-tecnologica.
Mi interessa tuttavia capire come la scienza si declina nell’utilizzo e nel pensare comune, come la gente percepisce ( se li percepisce) i progressi scientifici o ne coglie solo i vantaggi tecnologici, quando questi ci sono. Infatti, solo quello che si riesce a fare proprio, attraverso le proprie capacita` analitiche, che si inserisce consapevolmente o meno nella propria realtà` quotidiana, diventa bagaglio culturale comune, magari travalicando il significato originario.
Pertanto con queste mie riflessioni non ho nessuna pretesa, se non sottolineare il gap che esiste tra “scienziato” e “uomo comune”, magari suggerendo, nel mio piccolo, azioni che in qualche modo avvicinino gli estremi.