venerdì 2 novembre 2012

c'è un manifesto...

...per gli ibridi, ovvero:


tutti quei professionisti e intellettuali che per attitudine, vocazione o contingenze del loro percorso individuale incarnano la capacità di unire conoscenze e competenze tradizionalmente separate e distinte.
La transdisciplinarità, la varietà di competenze e intelligenze è espressione della capacità di essere all’altezza della molteplicità e complessità delle sfide attuali.
Il manifesto è uno spazio identitario in cui riconoscersi, ma anche una indicazione di rotta per un viaggio di mutazioni profonde, da noi intrapreso come individui e come collettività.
La meta è ignota.
La navigazione è a vista.
La rotta la creiamo noi stessi.
Imprevedibilità significa
opportunità.


Parole d'ordine sono complessità, accelerazione, interazione, mente.

Lo trovate qui.

venerdì 4 maggio 2012

l'hai voluta? adesso pedala

Sempre sul tema velocita' e lentezza chiamate a co-esistere, banda larga / agenda digitale ma allo stesso tempo nuovi stili di vita sostenibili da tutti i punti di vista (economico, sociale, ambientale, ecc.), mi piace riportare questo studio sui riflessi economici positivi dell'utilizzo della bicicletta sul territorio.
Ebbene si', sto parlando di bikenomics...

Leggete qui:
foto L'uomo in bicicletta di Kim Newberg
Questo per due ragioni principali: in primo luogo usare più la bici significa risparmiare e aumentare il reddito disponibile per i consumi locali. In secondo luogo, muoversi in bici nel proprio quartiere / città e non usare la macchina per fare acquisti magari a decine di chilometri di distanza, ci costringe a scoprire meglio e privilegiare l’offerta più vicino alla nostra residenza.
Last, but not least, l’indotto, anche solo turistico, delle due ruote: si pensi che in uno stato medio-grosso degli USA, il Wisconsin, uno studio (di cui trovate il link al pdf) parla di una bike economy, di un impatto economico, turistico in primis, della bicicletta, che da solo vale 1,5 miliardi su base annua per lo Stato.
Insomma, bicicletta vuole dire più soldi che restano nella comunità: partendo dalle realtà più immediate come il fatto che l’utilizzo della bicicletta per recarsi al lavoro migliora chi la utilizza di conseguenza il datore di lavoro vedrà più profitti o che lasciando l’auto in garage, e girando la città pedalando, i negozi della città risulterebbero essere un’attrattiva maggiore. La comunità, inoltre, vedrebbe destinarsi più soldi dato che i cittadini non si impegnerebbero più grosse somme per la benzina, le assicurazioni e per l’acquisto dell’auto.


Puo' essere, di sicuro si potrebbe parlarne a lungo. 
Probabilmente i commercianti non sono molto d'accordo (sembra che se non ci puoi parcheggiare davanti, o meglio dentro, non andrai mai a comprare da loro...).
Quello che trovo interessante e' che - forse - anche economicamente andare in bici porta dei vantaggi. Perche' tutto il resto lo sappiamo, che fa bene da tutti gli altri punti di vista.


Certo, io sono di parte.
Da cinque mesi ho incominciato a percorrere l'ora che mi separa dal lavoro utilizzando il binomio bicicletta + treno. Per i tre anni e mezzo precedenti avevo usato ostinatamente l'automobile. Posso dire di sentirmi molto meglio ora per almeno quattro ragioni:



  1. in automobile sprecavo due ore al giorno, e sono tante, concentrato sulla guida! Adesso le sento come guadagnate. Posso leggere, lavorare, dormire, guardare il paesaggio...
  2. in automobile spendevo circa 250 euro al mese, oggi spendo 61,80 euro al mese (solo il costo dell'abbonamento al treno);
  3. in automobile mi stancavo, appesantivo fisicamente, innervosivo, oggi sono pieno di energie, pedalare e' splendido in questa stagione ma anche sotto la pioggia (e' un po' come tornare bambini!), resto in forma e rilassato mentalmente;
  4. in automobile immettevo nell'ambiente circa 21 Kg di CO2 al giorno, oggi in treno circa 4 Kg a cui vanno aggiunti 0 Kg in bicicletta (fonte per i calcoli LifeGate).


E siccome qui si ragiona in ottica sistemica, ora ci aggiungiamo anche le positive ricadute economiche. 


La sostenibilita' sistemica (economica, sociale, ambientale, ecc.) c'e', sembra esserci.
Viva la bici!


ps: a proposito, salvaiciclisti

martedì 1 maggio 2012

velocità e lentezza

Google, simbolo per antonomasia della velocità di inizio XXI secolo, milioni di pagine in qualche centesimo di secondo, ha un maestro zen che insegna ai collaboratori la lentezza. Contraddizione tipicamente complessa, velocità e lentezza in non esclusiva compresenza. E, forse, da chi il modello l'ha creato (ha contribuito a crearlo), un invito a metterlo in discussione o, addirittura, a ripensarlo.

domenica 22 aprile 2012

parlando di auto-organizzazioni

Ne parla il professor De Toni, con cui ho scritto Auto-organizzazioni.

Alcune keywords:
auto-organizzazione
intelligenza distribuita
visione
volo di uno stormo di uccelli
non esiste un centro, eppure il risultato è incredibilmente armonioso
Patton: dì alle persone dove andare, ma non come farlo
intra-imprenditorialità
Ono, la Toyota, il toyotismo
nelle piccole e nelle grandi imprese
leader - to lead and to build - condurre e costruire un contesto
un contesto in cui tutti siano nelle condizioni di operare sfruttando la propria intelligenza
rischiare
tolleranza all'errore - try and learn
interconnessione
auto-attivazione
ridondanza
condivisione
ri-configurazione - modello Hollywood, ad ogni film cambia completamente la squadra
periferia, centro e periferia, duplicazione di potere
il modello della pianificazione e controllo
abbiamo bisogno di tempo per ottenere risultati



domenica 15 aprile 2012

ancora sul viaggio

...che non finisce mai.

Prendi la strada... La TUA strada...

Fai il cammino.
Influenza il paesaggio.
Ascolta te stesso (gli altri un po' meno).
Non aspettare Godot.
Ora.


(soundtrack: Vasco Rossi - Prendi la strada)

giovedì 12 aprile 2012

pesantezza e leggerezza

Oggi, entrambe importanti.

La modernita' pesante, con le sue catene di fornitura, supply chain, prezzi e margini erosi, metalmeccanica, presse, stampi, fabbriche. L'IKEA e i suoi fornitori italiani...

Ma anche la contemporaneita' leggera, con le sue catene del valore mutevoli, nuovi attori, configurazioni spazio-temporali indefinibili, luoghi-non luoghi che pure necessitano di investimenti per non rimanere indietro. Un'Italia digitale per crescere...

venerdì 6 aprile 2012

le fabbriche delle idee

La quinta edizione del Festival Città Impresa, evento ormai consolidato in cui si discute di economie, modelli, stili e potenzialità del Nord Est, ha come tema Le fabbriche delle idee.
In un territorio dominato da fabbriche, pesanti capannoni poco ospitali (ma in ogni caso affascinanti a parer mio), il passaggio su cui si discuterà è di quelli decisivi: dal tangibile all'intangibile, dalla produzione alla ideazione/concezione, dal made in al designed in, dalla pesantezza alla leggerezza, dalla modernità alla post-contemporaneità, dal locale (e dai localismi) al globale o, meglio, al glocale. E l'elenco potrebbe continuare all'infinito.

Il passaggio è di quelli decisivi, come sostenuto nelle pagine del sito:

Come già sta accadendo in maniera massiccia, il Nordest vive una fase di delocalizzazione non più e solo della produzione, ma anche delle stesse imprese. Il rischio concreto è di assistere – nei prossimi mesi e anni – a un rapido depauperamento del tessuto industriale in due direzioni: da una parte avremo la definitiva chiusura delle aziende manifatturiere a basso contenuto di valore aggiunto, non più capaci di reggere la concorrenza internazionale; dall’altra, spinte alla ricerca di contesti metropolitani di servizi o di contesti fiscali più favorevoli (o contemporaneamente di entrambi), le imprese più innovative tenderanno a trasferirsi in paesi o aree metropolitane più idonee ad accoglierle. Il fenomeno, peraltro già evidenziato da alcune ricerche, dell’emigrazione massiccia di giovani talenti all’estero è un segnale d’allarme da tenere in seria considerazione.

Come suggerisce evocativamente il titolo di un intervento, il futuro si gioca tra schei e innovazione.

In questo framework si inseriscono il Premio Città Impresa, assegnato a 1000 "fabbricatori di idee", e la Notte Verde del Nord-Est, mobilitazione del territorio attorno alla green economy.

Idee, creatività, cultura, innovazione e sostenibilità sono le parole d'ordine.
Da non perdere.

Date: 2-6 maggio 2012.
Programma qui.

lunedì 26 marzo 2012

arrivato alla quinta ristampa...

...Viaggio nella complessita', edito da Marsilio, del 2007.

Gli uomini non possono fare a meno di viaggiare. Oggi vecchie idee superate stanno tramontando ed è tempo per un percorso intellettuale nella complessità. La vita e tutto ciò che da essa deriva è lontana dall’equilibrio, è alla ricerca continua del nuovo e dell’improbabile. Questo libro è un agevole viaggio nella teoria della complessità, ma è soprattutto un invito alla continua ricerca dell’attimo creativo, dove ogni arrivo è una nuova partenza. Chi desidera immaginare il futuro, chi ha un sogno, saprà accendersi e partirà verso il misterioso e affascinante territorio all’orlo del caos. Consapevole che il proprio avvenire potrà dipendere anche dal caso.

Una bella soddisfazione.

Alcune recensioni:

Disponibile anche in inglese, su cartaceo o come e-book in pdf o per iphone/ipad.

domenica 18 marzo 2012

la via

La via è l'ultimo saggio di Edgar Morin, filosofo di punta del pensiero complesso.
E' necessario scommettere (e agire perchè cio avvenga) nella metamorfosi...
dal bruco alla farfalla...
dalle due alle tre dimensioni.

Che cosa fare allora?
"Al sistema terrestre minacciato da tutte le parti resta solo la via della metamorfosi. In natura, un sistema, quando non riesce più a risolvere i propri problemi vitali, se non vuole perire, è costretto alla metamorfosi. Il bruco è capace di autodistruggersi e autoricostruirsi per diventare una farfalla. L'idea della metamorfosi non è una follia, è una realtà che si è già realizzata altre volte nella storia del Pianeta, nella preistoria ma anche nel Medioevo".

Del resto il tema della metamorfosi è particolarmente caro al filosofo francese. Lo avevo già segnalato ad esempio qui, ma ricorre in molti scritti ed interviste.
E' il grande tema del cambiamento, del cambiamento continuo ...

Qui l'intervista a Morin.

sabato 17 marzo 2012

un nuovo equilibrio

Credo che questa strada verrà scelta sempre di più e l'effetto sarà un sano bilanciamento (non tutti possono fare i dottori...). La crisi porterà un nuovo equilibrio!


Per maggiori info:
il sito del progetto pecoranera di Devis Bonanni

domenica 11 marzo 2012

le fiabe

A proposito.
Nelle imprese di oggi contano anche le fiabe. Sarà possibile trovare uno spazio per i cantastorie in azienda?
Piera Giacconi* è convinta di sì.
Scoprite perchè...

*creativity coach, arte-terapeuta e consulente di direzione per aziende e amministrazioni negli gli ambiti: automotivazione, empowerment, leadership, integrazione delle differenze di genere, consapevolezza individuale e di gruppo, sviluppo del potenziale, innovazione, gestione dello stress. È formatrice AIF, certificata Horaklés(r) a Parigi nell'uso delle fiabe per lo sviluppo della Qualità Umana. Nel 2004 ha fondato a Udine la prima Scuola italiana per cantastorie, unificando i lavori tradizionali delle fiabe e del respiro volontario. www.lavocedellefiabe.com.
Ha scritto l'appendice a Auto-organizzazioni, intitolata Salutiamoci con una fiaba.

Aggiunta del 14/03/2012: il libro verra' presentato giovedi' 15/03 a Fiume Veneto (PN).

il binomio semplicità - complessità

Segnalo questo bel post di Luca De Biase, sulle strategie da adottare di fronte al complesso.

Non è la banalità, non è la facilità la strada, ma casomai la semplicità:

La banalità è tattica, la facilità non persegue uno scopo. La pratica della banalità presuppone un contesto di significati immobili: è un freno all'innovazione. La tecnica della facilità accelera le operazioni ma non si interroga sul loro senso. La cultura della semplicità è fondamento di innovazione e costruzione di significato.


Aggiungo qualche altra considerazione al tema semplicità e complessità...

Quando pensiamo all’organizzazione, ad esempio nell’azienda in cui lavoriamo, immediatamente ci vengono in mente la gerarchia, i processi, chi riporta a chi, la catena di comando, spesso anche procedure, burocrazia, struttura. Complessità? No, piuttosto complicatezza. Addirittura, forse, una sorta di ufficio complicazioni affari semplici.

In natura, nei sistemi fisici, biologici e sociali, molto spesso le dinamiche organizzative sono assai diverse, addirittura opposte, bottom-up piuttosto che top-down, emergenti piuttosto che imposte.

Semplici, non complicate. Come sosteneva Isaac Newton:

Degli eventi naturali non si devono ammettere cause più numerose di quelle che sono vere e sono sufficienti a spiegare i fenomeni. La natura infatti è semplice e non sovrabbonda di cause superflue.

Dinamiche organizzative semplici, ma in grado di fornire risposte complesse. È questo binomio semplicità-complessità a garantire la sopravvivenza nella co-evoluzione.

In molti fenomeni l’organizzazione non è imposta dall’alto, ma emerge dal basso, così diventando auto-organizzazione. A livello di metafora lo spunto è allora allettante: potrebbe essere così anche per le imprese, dove invece sperimentiamo ogni giorno gerarchie e procedure?

Potrebbe essere il giusto binomio semplicità-complessità a fornire nuovi vantaggi competitivi?

Ci interroghiamo. E lo vediamo, soprattutto nelle nuove imprese che nascono ogni giorno, nelle dinamiche emergenti delle start-up, nelle discussioni che si generano in rete, nel senso condiviso a prescindere dalle distanze.

Qualcosa sta cambiando ...

Se nel passato e ancora oggi le architetture erano complicate e le persone erano considerate semplici, oggi la prospettiva sta gradualmente cambiando: architetture semplici, persone complesse.

journey into complexity su itunes



E' finito anche qui :).
Potenza della rete, di Apple, degli ebook, ecc. ecc.

martedì 6 marzo 2012

Leadership e complessita'

Segnalo l'ultimo numero di Quaderni di Management, curato da Alessandro Cravera.
E' dedicato al tema della leadership e della complessita' e contiene questi contributi:


Giancarlo Oriani nel suo editoriale parla di leadership diffusa...