giovedì 19 marzo 2009

tra plicum e plexum: vita é complessitá

Clelia Mazzini scrive su akatalepsía.
Sottotitolo: o degli infiniti ritorni.
Degli infiniti ritorni alla parola e, in ultima istanza, alla vita.
Almeno cosí la interpreto io.



Ha voluto citare in questo post Viaggio nella complessitá, sottolineando la differenza tra il complicato e il complesso.
La piega del foglio, lineare, da un lato.
Il nodo, l'intreccio, il gomitolo dall'altro.
Meccanismo e organismo.

Vita é complessitá.
Cosí rappresentata da Jackson Pollock.


martedì 17 marzo 2009

questo invece mi ha convinto


La teoria della complessitá di Réda Benkirane é un libro che chiunque si occupa a vario titolo di teoria della complessitá dovrebbe leggere.

Comprende i contributi di tutti i maggiori studiosi a livello mondiale. Tanto per fare alcuni nomi: Edgar Morin, Ilya Prigogine, Stuart Kauffman, Cristopher Langton, Francisco Varela, Michel Serres, Brian Goodwin. E molti altri.

Contributi a 360 gradi, dunque: filosofi, biologi, chimici, studiosi di intelligenza e vita artificiale e chi piú ne ha piú ne metta. Del resto, come piú volte sottolineato, la complessitá é un corpo coerente di conoscenze emergente da questo territorio interdisciplinare. E proprio questo é il suo fascino. Questa la sua forza.

Il libro é particolarmente aiutato nella scorrevolezza dalla scelta della modalitá dell'intervista. L'autore, molto preparato, ha intervistato 18 studiosi di livello mondiale e permette cosí di andare a fondo agli aspetti che piú interessano.
Permette, inoltre, di mostrare alcune differenze di sensibilitá su alcuni argomenti: ad esempio, gli insegnamenti tratti dai sistemi biologici possono essere declinati nei sistemi sociali, sí o no? Oppure, che cos'é realmente l'auto-organizzazione e qual é la sua relazione con la selezione naturale? E cosí via.

Un viaggio nel paese delle scienze, quindi. Soprattutto, se come sostiene Paul Valery, tra l'ordine e il disordine regna un momento delizioso, un viaggio in questo momento delizioso.
Anche se a volte vengono le vertigini e si puó perdere la bussola, ne vale davvero la pena. Anzi, soprattutto proprio per questo ne vale la pena. Non é cosa da poco.

venerdì 13 marzo 2009

se tutto si muove all'unisono

Il libro SYNC di Steven Strogatz (qui l'edizione italiana Sincronia) si occupa di un fenomeno misterioso e affascinante, quello dell'emergenza, in natura, ad ogni scala, di comportamenti sincronizzati.
E' un caso particolare di auto-organizzazione, dove non é la simmetria spaziale a rompersi e creare un nuovo stato (come nel caso delle celle di Benard o nella creazione dal basso di formicai, alveari, termitai), ma la simmetria temporale. Ed ecco che, a partire da parti disperse, emerge un'orchestra che suona perfettamente a tempo, pur in assenza di un direttore.

Devo dire che il libro é molto "americano" e non mi ha convinto, ricco di aneddoti personali e poco concreto. Peró vale la pena citare qualche esempio, perché davvero suggestivo.

Sentite la premessa del volume:

Al cuore dell’universo c’é un battito continuo e insistente: il suono dei cicli sincronizzati. Pervade la natura ad ogni scala, dal nucleo al cosmo. Ogni notte lungo i fiumi della Malesia, migliaia di lucciole si riuniscono nelle paludi e lampeggiano all’unisono, senza alcun leader o suggerimenti dall’ambiente. Trilioni di elettroni marciano compatti in un superconduttore, facendo sí che l’elettricitá fluisca attraverso di esso senza resistenza. Anche i nostri corpi sono sinfonie di ritmo, mantenuti in vita dall’inesorabile, coordinata alimentazione di migliaia di cellule pace-maker nei nostri cuori. In ogni caso, questa sincronia appare spontaneamente, come se la natura avesse un misterioso desiderio d’ordine.

Le lucciole... non solo emettono luce all’unisono, ma lo fanno a ritmo, seguendo un tempo costante. Che mistero, per decenni! Almeno fino a metá degli anni Sessanta del secolo scorso, quando il biologo John Buck e la moglie volano in Tailandia per svelare una volta per tutte il magico fenomeno.


Fiumi soggetti alle maree nelle vicinanze di Bangkok. Quante lucciole, che spettacolo mozzafiato! I coniugi Buck, dopo l’iniziale meraviglia, si decidono: catturano decine e decine dei piccoli insetti, li portano nella loro buia stanza d’albergo e qui li liberano. Disorientati, inizialmente svolazzano nervosamente. Poi si calmano, si dispongono sui muri e sul soffitto mantenendo sempre una distanza di almeno 10 centimetri tra loro. Scintillano incoerentemente. Ma, sorpresa, a due a due, a tre a tre, a piccoli gruppi, incominciano a pulsare all’unisono. E cosí via, oggi lo sappiamo, circolaritá auto-rinforzante, fino all’emergenza di un unico stato coerente.
Le osservazioni dei coniugi Buck suggerirono che le lucciole in qualche modo aggiustano i loro ritmi rispondendo agli scintillii delle vicine. L’ipotesi venne confermata in laboratorio, illuminandole artificialmente e misurandone le risposte. Oggi sappiamo che ciascuna continuamente invia e riceve segnali nel vicinato, spostando i ritmi delle altre e modificando i propri: la sincronia emerge spontaneamente, dal basso, senza leader. E le piccole lucciole, con tutto il rispetto, non sono particolarmente intelligenti: tutto ció di cui hanno bisogno é un metronomo interno che aggiusta automaticamente il tempo dell’oscillazione in risposta alle vicine. Tutto qui.

Seguendo le stesse logiche, é possibile spiegare numerosi altri fenomeni. Donne che passano molto tempo insieme spesso scoprono che i loro periodi mestruali tendono a cominciare insieme per via di conversazioni silenziose mediate da feromoni. Spermatozoi che nuotano fianco a fianco verso l’ovulo battendo la coda all’unisono. Pericolosamente, milioni di cellule cerebrali che causano le ritmiche convulsioni in un attacco epilettico. Seguendo le stesse logiche, é possibile rappresentarci come un’enorme orchestra di oscillatori viventi.

La sincronizzazione come caso particolare di auto-organizzazione, quindi. Affascinante, come molti altri. Che si tratti di lucciole o della nostra stessa vita, sembra essere all’opera l’auto-organizzazione. Che, in questi esempi, rompe la simmetria nel tempo. Sempre di una rottura si tratta, verso un nuovo stato non presente al livello inferiore.

martedì 10 marzo 2009

i am back

Un saluto a tutti i lettori di ComplessaMente.
Mi scuso per la lunga assenza, come dire, indipendente dalla mia volontá.
Sono entrato in ospedale il 12 febbraio per una normalissima operazione al legamento crociato. Pochissimi giorni di convalescenza previsti.
Ma l'inaspettato si materializza in sala operatoria. Entro sano e ne esco con un'infezione.
Risultato: altri 3 interventi di lavaggio del ginocchio, antibiotici fino a fine marzo e 25 giorni in ospedale. Finalmente, ieri sono uscito.

Tornando ai temi di questo blog, nei momenti in cui la febbre mi dava tregua sono riuscito a leggere qualcosa, di cui scriveró nei prossimi giorni. In particolare, SYNC di Steven Strogatz, La teoria della complessitá di Réda Benkirane e il noto e citatissimo La coda lunga di Chris Anderson.