Nel 1972 io non ero nato. Non ero neanche immaginato, credo.
Philip W. Anderson, premio Nobel per la fisica nel 1977, pubblica un articolo destinato a fare storia: More is different. Leggetelo, è illuminante.
Sosteneva ad esempio:
La capacità di ridurre ogni cosa a semplici leggi fondamentali non implica la capacità di ricostruire l’universo a partire da quelle leggi... Il comportamento di aggregati grandi e complessi di particelle elementari non si spiega in termini di una semplice estrapolazione delle proprietà di poche particelle. Al contrario, ad ogni livello di complessità compaiono proprietà interamente nuove.
Un vero e proprio attacco alla gerarchia. Alla gerarchia dei saperi innanzitutto. I saperi non sono compartimenti a tenuta stagna, non vi è supremazia di un sapere su altri. Sono connessi, interrelati, congiunti. Non vi è un sopra distinto da un sotto.
Perchè alcuni fenomeni, da sempre trascurati, emergono dal basso e quindi impongono di uscire dalla logica dei compartimenti stagni. Impongono di passare dinamicamente da uno stato ad un altro, e quindi da un sapere ad un altro. Chimica che emerge dalla fisica, scienza della vita dalla chimica, auto-coscienza dalla biologia, coscienza collettiva sociale dalla coscienza individuale, economia della vita comunitaria organizzata dalla coscienza sociale, e così via.
More is different. L’intero diventa non solo di più, ma anche molto diverso dalla somma delle sue parti. Non vi è un sopra e un sotto. Emergenza, la gerarchia scricchiola.
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