Ovvero i sette principi della teoria della complessità, secondo il modello di Prede o ragni prima (2005), e di Viaggio nella complessità poi (2007). Sette principi della teoria della complessità che nella terza lezione verranno declinati nei sette principi per le organizzazioni.
E allora, ecco i sette principi della teoria della complessità:
1 - auto-organizzazione: l’auto-organizzazione è la comparsa spontanea di ordine, nuove strutture e nuove forme di comportamento in sistemi termodinamicamente aperti ma organizzativamente chiusi, lontani dall’equilibrio;
2 - orlo del caos: i sistemi complessi ricercano l’orlo del caos, uno stato vitale in equilibrio dinamico tra ordine e disordine, in perenne cambiamento;
3 - principio ologrammatico: la parte è nel tutto, il tutto è nella parte;
4 - impossibilità della previsione: i sistemi complessi si trovano in uno stato al limite tra prevedibilità e non prevedibilità, dove tutto è possibile ma non tutto si realizza;
5 - potere delle connessioni: ogni cosa è connessa ad un’altra e sovente con una grande sensibilità. In circostanze appropriate la minima indeterminazione può crescere fino a rendere del tutto imprevedibile il futuro del sistema. Le connessioni sono numerose e potenti;
6 - causalità circolare: nei sistemi complessi, la causa genera l’effetto, che a sua volta retroagisce sulla causa in una relazione circolare che si auto-alimenta;
7 - apprendimento try & learn: in condizioni di elevata complessità, dominate dall’intreccio tra necessità e caso, l’unico modo per apprendere è quello che procede per tentativi (try&learn).
Qui le slides.
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