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Ho appena terminato la lettura di
Breve storia del futuro, di
Jacques Attali.
Un libro che consiglio, ricco di stimoli. Una storia del capitalismo fino ad oggi, e soprattutto una "storia del futuro", di qui ai prossimi 100 anni. Certo, nessuno ha la bacchetta magica, il futuro è imprevedibile e piccole cause possono generare grandi effetti, ma Attali evidenzia con grande precisione alcune delle dinamiche complesse in atto.
Cosa ci attende nel futuro?
Innanzitutto l'
iperimpero, ovvero la vittoria del mercato sugli Stati, un mercato che diventa planetario e porta al superamento del concetto stesso di Stato.
Secondo Attali, la dinamica in atto è sempre la medesima: un servizio pubblico si trasforma in servizio privato e successivamente in prodotto di massa. Quando tutti o quasi i servizi pubblici (compresi sicurezza, sorveglianza, sanità) saranno prodotti di massa, gli Stati non esisteranno più. Al più tardi intorno al 2050 comincerà una lenta decostruzione degli Stati nati più di mille anni fa. Prima ondata del futuro: l'iperimpero, società planetaria volatile, noncurante, egoista e precaria. Nessuna fedeltà, nè nazionale, nè politica, nè culturale.
E, a questo punto, due scenari differenti. La fine dell'umanità o la salvezza.
Fine dell'umanità, seconda ondata del futuro: l'
iperconflitto. Dopo la violenza del denaro, quella delle armi. Conflitti locali e globali: guerre di penuria (petrolio e acqua), guerre di frontiera (dal Medio Oriente all'Africa), guerre di influenza, guerre tra pirati e sedentari. Niente di impossibile, potrebbe essere la fine dell'umanità.
O, invece, dopo il mercato e le armi, il bene. Secondo Attali, i disastri sono, per la natura umana, i migliori avvocati del cambiamento. E, quindi, terza ondata del futuro: l'
iperdemocrazia. Accanto all'economia di mercato, un'economia dell'altruismo, della gratuità, del dono, dell'interesse generale. Un'economia relazionale, in cui verrà tutelato il complesso degli elementi che rendono possibile e dignitosa la vita: il clima, l'aria, l'acqua, la lbertà, la democrazia, le culture, le lingue, i saperi. La Storia, secondo Attali, spingerà verso l'emergenza auto-organizzata di una intelligenza collettiva, dotata di una memoria collettiva, che conserverà e accumulerà il proprio sapere.
E in questo stato auto-organizzato, in cui il tutto è maggiore della somma delle parti, finirebbe la storia dell'homo sapiens. Non con l'annientamento, come nelle prime due ondate del futuro, ma con il suo superamento.