martedì 1 aprile 2008

seconde vite per sperimentare

Premetto: non sono un conoscitore di Second Life. Condivido con voi qualche impressione sui corsi che ho tenuto (si vedano gli ultimi 3 post).

Innanzitutto, banale forse: se si desidera apprendere, senza spostarsi da casa, gratuitamente, in posti come la Unacademy si può fare. Hanno tenuto corsi, tra gli altri, Mario Tedeschini Lalli, Giovanni Boccia Artieri, Enrico Menduni.
Gli alunni sembrano esserne entusiasti.
Brezzadilago scrive: Alla unAcademy studio, ragiono, imparo, scopro argomenti di cui nemmeno conoscevo l'esistenza, mi confronto con gli altri che al 99% ne sanno sempre più di me.
Felter, dopo la mia seconda lezione: La cosa divertente di tutto questo è che parlare di complessità è stato di una “semplicità” disarmante. Un minuto prima ero a casa mia, un attimo dopo ero seduto con un’altra dozzina di persone a parlare di teoria della complessità, quindi sono passato a ballare un po’ al Lucania Lab, per poi tornare a casa mia. Tempo sprecato per gli spostamenti: zero!. Mi sembra una gran cosa!

Credo di aver condiviso un'esperienza di complessità messa in pratica, gestita, complessità come opportunità, in beta permanente. Emergenza dal basso, o meglio adeguato mix di bottom-up e top-down. C’è un coordinamento scientifico, ma il più viene dal basso: ci si può proporre come insegnanti, le lezioni sono molto interattive, i commenti e le domande sono numerosi. Le mie lezioni, durata prevista 40 minuti, sono diventate dialogo fino a notte fonda. C’è una circolarità accentuata: studenti e insegnanti possono scambiarsi i ruoli, studenti che insegnano ad insegnanti ed insegnanti che imparano da studenti.

Ho appreso una nuova modalità di interazione, ho insegnato ma soprattutto imparato. Ho conosciuto persone molto competenti che erano lì per ascoltare, condividere, scambiare, dialogare. Scrivo di proposito ho conosciuto persone e non avatar. Persone vere, in carne ed ossa, che utilizzano la tecnologia come mezzo, per esprimere ancora meglio la loro carne e le loro ossa. Persone che sperimentano la creazione di un senso, una narrazione.

4 commenti:

Elena ha detto...

E' stato bello imparare da te e con te :)

Felter Roberto ha detto...

La cosa più difficile di uno strumento come Second Life è "spiegarla".
Solo da dentro riesci a capire certi meccanismi. Per questo si ha la sensazione di continuare ad imparare.
Se poi all'interno ci trovi persone come te, allora il "valore aggiunto" diventa inestimabile.

Roberta Greenfield ha detto...

Luca, grazie a te la complessità è diventata easy :)

Unknown ha detto...

eh grazie ragazze e ragazzi... troppo buoni.... :)