In un territorio dominato da fabbriche, pesanti capannoni poco ospitali (ma in ogni caso affascinanti a parer mio), il passaggio su cui si discuterà è di quelli decisivi: dal tangibile all'intangibile, dalla produzione alla ideazione/concezione, dal made in al designed in, dalla pesantezza alla leggerezza, dalla modernità alla post-contemporaneità, dal locale (e dai localismi) al globale o, meglio, al glocale. E l'elenco potrebbe continuare all'infinito.
Il passaggio è di quelli decisivi, come sostenuto nelle pagine del sito:
Come già sta accadendo in maniera massiccia, il Nordest vive una fase di delocalizzazione non più e solo della produzione, ma anche delle stesse imprese. Il rischio concreto è di assistere – nei prossimi mesi e anni – a un rapido depauperamento del tessuto industriale in due direzioni: da una parte avremo la definitiva chiusura delle aziende manifatturiere a basso contenuto di valore aggiunto, non più capaci di reggere la concorrenza internazionale; dall’altra, spinte alla ricerca di contesti metropolitani di servizi o di contesti fiscali più favorevoli (o contemporaneamente di entrambi), le imprese più innovative tenderanno a trasferirsi in paesi o aree metropolitane più idonee ad accoglierle. Il fenomeno, peraltro già evidenziato da alcune ricerche, dell’emigrazione massiccia di giovani talenti all’estero è un segnale d’allarme da tenere in seria considerazione.
Come suggerisce evocativamente il titolo di un intervento, il futuro si gioca tra schei e innovazione.
In questo framework si inseriscono il Premio Città Impresa, assegnato a 1000 "fabbricatori di idee", e la Notte Verde del Nord-Est, mobilitazione del territorio attorno alla green economy.
Idee, creatività, cultura, innovazione e sostenibilità sono le parole d'ordine.
Da non perdere.
Date: 2-6 maggio 2012.
Programma qui.
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