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venerdì 6 aprile 2012

le fabbriche delle idee

La quinta edizione del Festival Città Impresa, evento ormai consolidato in cui si discute di economie, modelli, stili e potenzialità del Nord Est, ha come tema Le fabbriche delle idee.
In un territorio dominato da fabbriche, pesanti capannoni poco ospitali (ma in ogni caso affascinanti a parer mio), il passaggio su cui si discuterà è di quelli decisivi: dal tangibile all'intangibile, dalla produzione alla ideazione/concezione, dal made in al designed in, dalla pesantezza alla leggerezza, dalla modernità alla post-contemporaneità, dal locale (e dai localismi) al globale o, meglio, al glocale. E l'elenco potrebbe continuare all'infinito.

Il passaggio è di quelli decisivi, come sostenuto nelle pagine del sito:

Come già sta accadendo in maniera massiccia, il Nordest vive una fase di delocalizzazione non più e solo della produzione, ma anche delle stesse imprese. Il rischio concreto è di assistere – nei prossimi mesi e anni – a un rapido depauperamento del tessuto industriale in due direzioni: da una parte avremo la definitiva chiusura delle aziende manifatturiere a basso contenuto di valore aggiunto, non più capaci di reggere la concorrenza internazionale; dall’altra, spinte alla ricerca di contesti metropolitani di servizi o di contesti fiscali più favorevoli (o contemporaneamente di entrambi), le imprese più innovative tenderanno a trasferirsi in paesi o aree metropolitane più idonee ad accoglierle. Il fenomeno, peraltro già evidenziato da alcune ricerche, dell’emigrazione massiccia di giovani talenti all’estero è un segnale d’allarme da tenere in seria considerazione.

Come suggerisce evocativamente il titolo di un intervento, il futuro si gioca tra schei e innovazione.

In questo framework si inseriscono il Premio Città Impresa, assegnato a 1000 "fabbricatori di idee", e la Notte Verde del Nord-Est, mobilitazione del territorio attorno alla green economy.

Idee, creatività, cultura, innovazione e sostenibilità sono le parole d'ordine.
Da non perdere.

Date: 2-6 maggio 2012.
Programma qui.

domenica 11 marzo 2012

il binomio semplicità - complessità

Segnalo questo bel post di Luca De Biase, sulle strategie da adottare di fronte al complesso.

Non è la banalità, non è la facilità la strada, ma casomai la semplicità:

La banalità è tattica, la facilità non persegue uno scopo. La pratica della banalità presuppone un contesto di significati immobili: è un freno all'innovazione. La tecnica della facilità accelera le operazioni ma non si interroga sul loro senso. La cultura della semplicità è fondamento di innovazione e costruzione di significato.


Aggiungo qualche altra considerazione al tema semplicità e complessità...

Quando pensiamo all’organizzazione, ad esempio nell’azienda in cui lavoriamo, immediatamente ci vengono in mente la gerarchia, i processi, chi riporta a chi, la catena di comando, spesso anche procedure, burocrazia, struttura. Complessità? No, piuttosto complicatezza. Addirittura, forse, una sorta di ufficio complicazioni affari semplici.

In natura, nei sistemi fisici, biologici e sociali, molto spesso le dinamiche organizzative sono assai diverse, addirittura opposte, bottom-up piuttosto che top-down, emergenti piuttosto che imposte.

Semplici, non complicate. Come sosteneva Isaac Newton:

Degli eventi naturali non si devono ammettere cause più numerose di quelle che sono vere e sono sufficienti a spiegare i fenomeni. La natura infatti è semplice e non sovrabbonda di cause superflue.

Dinamiche organizzative semplici, ma in grado di fornire risposte complesse. È questo binomio semplicità-complessità a garantire la sopravvivenza nella co-evoluzione.

In molti fenomeni l’organizzazione non è imposta dall’alto, ma emerge dal basso, così diventando auto-organizzazione. A livello di metafora lo spunto è allora allettante: potrebbe essere così anche per le imprese, dove invece sperimentiamo ogni giorno gerarchie e procedure?

Potrebbe essere il giusto binomio semplicità-complessità a fornire nuovi vantaggi competitivi?

Ci interroghiamo. E lo vediamo, soprattutto nelle nuove imprese che nascono ogni giorno, nelle dinamiche emergenti delle start-up, nelle discussioni che si generano in rete, nel senso condiviso a prescindere dalle distanze.

Qualcosa sta cambiando ...

Se nel passato e ancora oggi le architetture erano complicate e le persone erano considerate semplici, oggi la prospettiva sta gradualmente cambiando: architetture semplici, persone complesse.

martedì 6 marzo 2012

Leadership e complessita'

Segnalo l'ultimo numero di Quaderni di Management, curato da Alessandro Cravera.
E' dedicato al tema della leadership e della complessita' e contiene questi contributi:


Giancarlo Oriani nel suo editoriale parla di leadership diffusa...