sabato 31 gennaio 2009

le due fortune

Per fortuna che siamo tutti riduzionisti.
Se non lo fossimo, non si sarebbero scoperte le leggi della gravitazione che regolano il moto dei pianeti, le leggi della termodinamica che hanno consentito la costruzione del motore a combustione interna, le equazioni dell’elettromagnetismo che stanno alla base dell’elettrotecnica, dell’ottica e delle moderne telecomunicazioni, per finire con la fisica quantistica che ci svela il comportamento profondo della materia, ma anche la storia dell’universo dal big-bang ad oggi.
Se non lo fossimo, non ci sarebbe stata la rivoluzione industriale, probabilmente non avremmo il tenore di vita odierno, non lavoreremmo in aziende più o meno gerarchicamente organizzate.
Se non lo fossimo, non andremmo a fondo, fino nei minimi dettagli, alla ricerca di. Come avere successo? Come vincere il Superenalotto? Che tempo farà domani? Come tirare fuori sempre il meglio dai propri collaboratori? Eccetera.
Per fortuna che siamo tutti riduzionisti.

L’esistenza delle leggi fisiche è stupefacente, ma non è tutto. Il mondo naturale è governato sia dai principi essenziali, sia dagli straordinari principi organizzativi alla base di strutture che acquisiscono significato e vita autonoma, fino a trascendere le parti di cui sono composte.
Lo stato liquido è una proprietà emergente che non appartiene alle singole molecole d’acqua. La coscienza non è insita nei neuroni. Le economie, le culture, le politiche. Sistemi fisici, biologici, sociali. Stiamo assistendo ad una trasformazione: da condensare la realtà in un sistema di equazioni attraverso la sua scomposizione in parti sempre più piccole, a raccontare il modo in cui la Natura si auto-organizza.

E per fortuna che c'è l'emergenza.
Capiamo l'importanza della rete e delle connessioni, che il tutto è maggiore della somma delle parti, che ci sono altre angolazioni da cui osservare la realtà, che si può salire sul banco ed il mondo è diverso visto da quassù.
Si possono risolvere problemi nuovi in maniera creativa, ricorrendo ad analogie, attingendo all'intelligenza fluida di persone distanti anche centinaia di migliaia di km. Si possono disegnare mappe mentali, analizzare network sociali, circoli virtuosi e viziosi. Si può raccontare.
Per fortuna che c'è l'emergenza.

Robert Laughlin, premio Nobel per la fisica, nel suo ultimo Un universo diverso:
Non ci troviamo alla fine del percorso delle scoperte, ma alla fine dell’Era del Riduzionismo, un periodo storico in cui la falsa ideologia del dominio dell’uomo sulla natura, esercitato mediante le leggi microscopiche, sta per essere spazzata via dagli eventi e dalla logica. Con ciò non voglio dire che le leggi microscopiche siano errate o insensate, ma solo che in molti casi diventano irrilevanti per colpa dei loro figli e nipoti, le leggi superiori di organizzazione.

Per fortuna che c'è il riduzionismo. Ma ora è tempo di meritarci anche la seconda fortuna, e procedere nel cammino.

martedì 27 gennaio 2009

colori





Giallo: ebrei
Rosso: dissidenti politici
Rosso con al centro la lettera S: repubblicani spagnoli
Verde: criminali comuni
Viola: Testimoni di Geova
Blu: immigranti
Marrone: zingari
Nero: soggetti "antisociali" e lesbiche
Rosa: omosessuali maschi

giovedì 22 gennaio 2009

isole

Perchè le connessioni, potenti, sempre più, sono ovunque. Perchè sono alla base dei fenomeni di auto-organizzazione che osserviamo intorno a noi.
Nelle politiche, ecologie, culture, che, seppure in crisi, ci sono, come nostre costruzioni sempre dinamiche, in attesa che nuove connessioni stabilite o vecchie che vengono separate dalla rete conducano a inaspettate configurazioni.
Nelle imprese, nonostante il periodo.
Nei mercati azionari, che pure in questi momenti sono nell'occhio del ciclone.

Qui, ciascuno può giocare la sua partita, può creare o distruggere. La campana suona per tutti noi. Una grande responsabilità che, se condivisa, saremo in grado di cogliere.


Nessun uomo è un'isola, John Donne


Nessun uomo è un'isola,
completo in se stesso;
ogni uomo è un pezzo del continente,
una parte del tutto.
Se anche solo una zolla
venisse lavata via dal mare,
l'Europa ne sarebbe diminuita,
come se le mancasse un promontorio,
come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi,
o la tua stessa casa.
La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce,
perché io sono parte dell'umanità.
E dunque non chiedere mai
per chi suona la campana:

Essa suona per te.

martedì 20 gennaio 2009

tutti avranno già commentato...

...ma quello che mi ha colpito del discorso di Obama è il continuo richiamo al "noi", alla "comunità", alla creazione condivisa. Che sia o meno retorica, è ciò di cui abbiamo bisogno, a livello sociale in generale, e nel nostro particolare, impresa, associazione o Pubblica Amministrazione.

Creazione che assume un senso solo quando viene condivisa...

fisica, biologica, sociale ... auto-organizzazione

Un post interessante su non lineare.
Tema di ricerca affascinante... se poi ci mettiamo anche le organizzazioni sociali e le imprese in particolare... che cosa si puó dire, quali sono le relazioni tra i tre tipi di auto-organizzazione, fisica, biologica e sociale? o si tratta di un'unica auto-organizzazione?
Work-in-progress...

venerdì 16 gennaio 2009

pericolosi stormi

Di stormi di uccelli, meravigliosi esempi di auto-organizzazione, si é parlato molte volte qui, come anche in Prede o ragni e in Viaggio nella complessitá.

Ma oggi sono sulle prime pagine di tutti i giornali. Oggi fanno notizia. Perché fanno cadere gli aerei.


Ma come é possibile? Per saperne di piú, ecco un interessante articolo tratto da Scientific American.

PS: grazie a moto browniano per lo spunto

giovedì 15 gennaio 2009

sincronie di cervelli

Secondo Jamshed Bharucha, professore di Psicologia alla Tufts University, la chiave sta nella sincronizzazione. Nello specifico, nella sincronizzazione dei cervelli.

La sincronizzazione ha a che fare con il comportamento di gruppo, con valori e comportamenti condivisi, dentro o fuori. Ideologie, emozioni, mode, memi, comunitá etniche, religiose, politiche... Banchi di pesci, stormi di uccelli, branchi di lupi famelici, che se li guardi dall'alto sembrano un tutt'uno, un animale che vive di vita propria.


La sincronizzazione é mediata dalla comunicazione tra cervelli. I canali comunicativi possono essere verbali o non verbali (espressioni facciali, posture, gesti, tono di voce, musica, ecc.). La comunicazione tra le regioni del cervello rappresenta un caso speciale di quella, ben piú ampia, tra cervelli. E su questo, ci dice il prof Bharucha, ci sará un'esplosione di ricerca.


Se, grazie a studi multidisciplinari intersecati, capiremo qualcosa in piú di come i cervelli interagiscono potremo meglio governare, nel bene e nel male, le dinamiche di gruppo, le relazioni interpersonali, l'educazione, le politiche. Si potrá, forse, migliorare la condizione umana. Si potrá, forse, consolidare il potere, distruggere su larga scala. Un'intelligenza collettiva auto-organizzata, che, come si augura Jacques Attali in Breve storia del futuro, speriamo porti all'iperdemocrazia, e non all'iper-conflitto.

mercoledì 14 gennaio 2009

cammino nel management

Con la scusa di disegnare la mappa mentale della presentazione del master in evolutionary management presieduto dal prof. De Toni, Roberta Buzzacchino ha disegnato con colori e immaginazione l'evoluzione del management dell'ultimo secolo.


Gustatevi il cammino ...

lunedì 12 gennaio 2009

la persecuzione del rigorista

L’altro romanzo che ho letto é stato La persecuzione del rigorista, scritto da Luca Ricci ed edito da Einaudi nel 2008. Non conoscevo Luca Ricci, ma la copertina (una porta di calcio dipinta sul muro di un oratorio) e la quarta mi hanno attratto. Uno di quei casi in cui non conosci né l’autore né il libro, ma li trovi sulla tua strada e non puoi dire loro di no.

Uno sperduto paesino dell’Appennino, dove il solo piacere concesso dal Signore é la squadra di calcio dilettanti della zona. Una squadra con i fiocchi, viste le dimensioni del paese. E in cui milita un centravanti che sembra non abbia mai sbagliato un calcio di rigore. Mai, nemmeno uno. Né una bella parata del portiere, né un palo o una traversa, né un pallone calciato alle stelle. Perfezione.

E questo é l’unico aspetto trascendente di tutto il romanzo. L’unico che si eleva. Ad esso, cristallino, vengono contrapposte le meschinitá, le piccolezze, le ambizioni, le lotte di potere dei personaggi, che Ricci descrive con linguaggio volutamente altrettanto secco, senza fronzoli, voli pindarici.

L’effetto prende allo stomaco, in un susseguirsi in cui si aspetta sempre il lieto evento, la svolta, che sembra invece non arrivare mai. In questo, é un libro a suo modo violento.

venerdì 9 gennaio 2009

after dark

In queste vacanze natalizie sono riuscito a leggere due romanzi, di cui voglio parlare brevemente. Iniziando dal secondo, che é quello che mi ha colpito di piú, stregandomi nei suoi meandri.

After dark, dello scrittore giapponese Murakami. Forse non ho usato l'approccio giusto con questo libro. L'ho divorato voracemente, ma forse meritava di essere assaporato dolcemente. Ma non é stata colpa mia. E' stato l'incantesimo che, in casi fortunati, solo tra libro e lettore si riesce a creare.

Una notte, una sola notte a Tokyo. Le ore scandiscono il procedere dei capitoli. Tutto in una notte. In cui si muovono, si incontrano, si scontrano, si accarezzano... una ragazzina introversa, sua sorella che si trova in un apparente stato vegetativo, un musicista jazz pieno di sogni, la gestrice di un love hotel ex campionessa di lotta femminile, un informatico che lavora fino al mattino successivo, una prostituta cinese diciannovenne.

Una notte, si diceva. Una notte in cui le luci non mancano, in cui le luci sono innanzitutto questi personaggi, che dall'incontro riescono, come il laser in cui emerge un'onda coerente, ad illuminare l'oscuritá che li avvolge. Buio e luce in compresenza, una notte che non esiste senza il giorno e viceversa.

E una cittá, Tokyo, descritta con vividezza impareggiabile da Murakami. Sembra di essere lí. Sembra di vedere, dal vero, un film, con la telecamera che viene magistralmente spostata per farci cambiare prospettiva, angolazione, punto di vista. Molto spesso vediamo Tokyo dall'alto, auto-organizzata come un animale che vive di vita propria, in cui gli individui, pur mantenendo la propria individualitá, contribuiscono a creare il sistema cittá.

Qui, gli opposti convivono. Di buio e luce si é giá detto. E poi, in tutto il romanzo, sogno e realtá, semi-sogno o semi-realtá, confini sfumati e vertigini e brividi. Effetto di straniamento nitidamente descritto nei minimi particolari. Orlo del caos, diremmo noi...

Meritava maggior dolcezza. Murakami mi scuserá se l'ho divorato voracemente. Non avevo altra scelta.

mercoledì 7 gennaio 2009

che cosa cambierá tutto?

Domanda facile facile per iniziare il 2009. Ci ha pensato Edge, ponendola ad alcuni tra i maggiori scienziati viventi.

WHAT WILL CHANGE EVERYTHING?
What game-changing scientific ideas and developments do you expect to live to see?


Date un'occhiata...

e, ovviamente, un buon anno a tutti!