martedì 5 agosto 2008

competere nella complessitá

Il primo libro che ho letto in questo periodo é un testo sul management della complessitá. Si tratta di Competere nella complessitá di Alessandro Cravera, Partner di Newton Management Innovation e docente di strategia aziendale e comunicazione interna alla Business School de Il Sole 24 Ore.

Non é facile trovare libri convincenti sul management della complessitá, a mio avviso. Perché solitamente possono essere scritti da manager / formatori / consulenti che sanno poco di complessitá e la piegano ai loro fini utilitaristici (vendere libri, vendere servizi di consulenza). Oppure sono scritti da scienziati professori esperti della materia ma che, ahimé, non hanno mai messo piede in un'azienda. Il libro di Cravera, fortunatamente, non é né l'uno né l'altro.

Competere nella complessitá non é un libro rivoluzionario, ma si inserisce in una letteratura sull'argomento ancora povera nel nostro Paese e soprattutto in una cultura manageriale quasi sempre ancorata ai modelli tradizionali riduzionisti. Cravera vuole sensibilizzare i manager sulla necessitá di un cambiamento culturale, verso un approccio sistemico e sostenibile.

Volendo sintetizzare in un paragrafo quello che io ho colto come messaggio fondamentale, direi: non sono solo i risultati di breve termine a contare, l'obiettivo non deve essere la massimizzazione di una variabile aziendale, ad esempio il profitto. E se per massimizzare il profitto abbiamo intaccato la capacitá dell'impresa di essere competitiva nel lungo periodo? L'obiettivo non é, quindi, questo, tradizionalmente associato al valore per gli azionisti. E' invece necessario adottare una visione sistemica, tenere in considerazione nelle proprie decisioni manageriali il maggior numero di variabili e punti di vista possibili. Solo cosí si riduce il rischio di trovarsi impreparati di fronte alle discontinuitá, solo cosí é possibile essere pronti a cogliere l'attimo, quando, inaspettato, si presenta. Il fine ultimo é la competitivitá dell'impresa, la sostenibilitá di lungo termine.

Sostenibilitá é un termine assai di moda. Per le imprese, prima fu la produttivitá, poi la qualitá, poi l'innovazione, ora, sembra, sostenibilitá. Si noti ad esempio il trend decrescente di ricerche su Google per la parola innovation (in rosso), rispetto alla parola sustainability (in blu) (fonte Google Trends).

Molto spesso, con approccio semplicistico, il management riduce peró il concetto di sostenibilitá a quella ambientale, dimenticando che ad esempio nei documenti dell'Unione Europea la sostenibilitá é sempre a 360 gradi, ambientale, sociale, culturale, economica. Spesso sostenibilitá si traduce in piccole operazioni di facciata a favore dell'ambiente, o semplici dichiarazioni di intenti.

Cravera inquadra molto bene il tema della sostenibilitá delle imprese secondo l'ottica della complessitá. Competitivitá di lungo termine, vita dell'impresa negli anni, oggi che la vita media sta diminuendo drasticamente. E allora sostenibilitá inizia ad associarsi a termini quali diversitá e ridondanza. Solo favorendo e lasciando emergere la diversitá dei punti di vista si riesce ad avere la necessaria flessibilitá. La ridondanza, cognitiva, intangibile, da sempre vista come spreco da eliminare, rappresenta invece uno dei piú grandi valori aggiunti delle imprese nel momento della complessitá.

Il maggiore merito del libro é a mio avviso quello di inquadrare questo tema di fondamentale importanza per le organizzazioni secondo il punto di vista della complessitá. Il testo di Cravera si inserisce quindi di buon diritto nella nascente letteratura manageriale italiana sul tema della complessitá, contribuendo alla sensibilizzazione nella direzione del cambiamento.

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