L'evento Progetti e Complessità 2008 tenutosi a Milano lo scorso venerdì 21 novembre 2008 è stato uno di quei momenti che lasciano il segno, perchè lasciano intravvedere una via. Aprono una porta, ti trascinano e ti invitano a metterti in discussione.
Perchè forse, ti dici, gli approcci e gli strumenti che uso tutti i giorni come project manager, si chiamino WBS, project charter o diagramma di Gantt, forse non sono sempre adeguati. E proprio da questa sensazione provata da chi è ogni giorno sul campo è nata questa ricerca all'interno del PMI-NIC, grazie al coraggio di Walter Ginevri e al mentoring di Francesco Varanini.
Coraggio, certo. Perchè se mettete su google project management and complexity trovate un po' di materiale, ma principalmente la complessità è intesa nella sua accezione di complicatezza, rimandando alla linearità delle pieghe di un foglio e non all'intreccio non lineare di persone, relazioni, connessioni, mondi. Se infatti si mette project management and complex systems si trova molto meno. Alla fine, si capisce che, sul tema, nella letteratura mondiale c'è davvero poco, quasi niente. E quindi ci vuole coraggio per iniziare questo cammino.
Ci vuole coraggio soprattutto perchè è molto più comoda la prevedibilità, l'illusione di sicurezza della linearità. E' quello che vorremmo, sarebbe tutto molto più facile. E' quello che si aspettano i nostri collaboratori: che si prendano decisioni, rapidamente, senza ripensamenti, perchè se no che manager sei...!!!! E' quello che vorremmo, però, se ci guardiamo bene dentro, non possiamo che ammettere a noi stessi che è una vana illusione. Davvero il progetto è (solo) una somma di attività? Davvero è possibile pianificare e poi rispettare il piano iniziale? Davvero il tempo è solo una sequenza lineare di attività governate da rapporto deterministico FINE-INIZIO?
Certo, gli strumenti che abbiamo sono indispensabili. Altrimenti non ci capiremmo proprio niente. Quindi, sia lode alla WBS, al project charter, al Gantt! Però.
Però, quando l'inaspettato si realizza, quando il Tesoro delle possibilità ci sorprende una volta di più, quando dopo la continuità si presenta improvvisa la discontinuità, è il momento di integrare gli strumenti lineari, deterministici, con approcci e strumenti ispirati alla complessità. Ad esempio che il project charter sia emergente dai diversi mondi degli stakeholders. Oppure che le emergenze siano monitorate in un diagramma. O ancora che la narrazione riconduca ad unità. E così via.
Sono solo primi semi del bagaglio che accompagnerà sempre di più il viaggio di ogni project manager. Primi semi emergenti dal basso, da un gruppo di pm coraggiosi e appassionati. Lasciano intravvedere una via. Adesso, mettiamoci in viaggio, nuovamente, che tanto lo sappiamo che il viaggio non finisce mai.
9 commenti:
Ero a Milano al seminario e devo fart/vi i miei complimenti più sinceri. Raramente un seminario mi ha così affascinato ed entusiasmato!
Il tema è stato condotto in maniera sintetica ma precisa e tale da disegnare scenari di sviluppo interessanti.
Poi per quel mistero che è la complessità della rete ho trovato il tuo blog che seguirò con piacere!
ti ringrazio per i complimenti ...
e dalla foto mi sembra che tu sia la persona che ha fatto la domanda sulle comunitá di pratica, che possono essere uno degli strumenti a supporto...
quindi, procedi anche tu nel viaggio e teniamoci in contatto nelle tappe intermedie ... :)
Caro Luca,
molto volentieri visito questo tuo "nodo della rete", che mi sorprende, come mi ha sorpreso e affascinato il convegno di Milano su P.M. e Complessità. Sorpresa è perché quando ho cominciato a ricercare nelle corrispondenze tra la nuova scienza della complessità e del caos e i sistemi organizzativi ho nell'intimo dubitato di me stesso. Vedere gente del livello tuo e degli altri convergere tanto consapevolmente è stata una bella sorpresa. Come vedere il coraggio che tu hai ben descritto, da parte di organizzatori, ricercatori e partecipanti al convegno. Per me, che inizio il mio libro con una nota critica sulla cultura organizzativa del Bel Paese, è stata bello e consolante.
Il libro che mi hai chiesto di presentare, "Leadership agile nella complessità - Organizzazioni, Stormi da Combattimento", Giancotti & Shaharabani, Edizioni Guerini, descrive un percorso emergente da esperienze e direzioni molto diverse da tutte quelle dei partecipanti, ma straordinariamente convergenti. L'enfasi che pone, attraverso una prospettive multidisciplinari (antropologica, storica, della complessità e dell'esperienza operativa) è tuttavia sulla relazione di leadership come "attrattore" dei sistemi complessi umani, l'elemento massimamente influente su di essi. L'intendimento è di dare strumenti concettuali e pratici per confrontarsi con processi complessi, ove la logica lineare positivista che ancora tanto ci condiziona funziona male.
Io sto lavorando concretamente con queste strategie da qualche tempo ormai e mi sono convinto che funzionano. Aiutano anche a vivere meglio e sono applicabili all'umanità come alla vita del singolo. Sul libro si parla di casi concreti, per chi ha voglia di giudicare personalmente.
Comunque, ora mi sento in buona compagnia. Complimenti per il tuo, di coraggio intellettuale, e per il tuo lavoro. A risentirci.
Fernando Giancotti
Sì Luca: sono proprio quello che ha fatto la domanda sulle comunità di pratica, domanda che a cauda del tempo non infinito ... è andata un po' in ombra.
Il viaggio che sto facendo all'interno delle comunità di pratica ti confesso essere "complesso" e molto avvincente.
Lavoro in azienda, occupandomi di qualità e di gestione progetti come program manager (ho 5 PM che coordino) e sto implementando da alcuni mesi un wiki per gestire sia il PM che la conoscenza (dal PM al knowledge management) in maniera condivisa e distribuita. L'esperienza è per ora affascinante e gravida di risultati e le dinamiche che si stanno creando mi sembrano molto simili a quelle dei sistemi complessi descritti Venerdì scorso ...
Rimanere in contatto per scambiare le esperienze e un grande piacere ...
Intanto sto leggendo il tuo (vostro) libro con grande attenzione e piacere!
@fernando: "Io sto lavorando concretamente con queste strategie da qualche tempo ormai e mi sono convinto che funzionano. Aiutano anche a vivere meglio e sono applicabili all'umanità come alla vita del singolo".
Sono molto d'accordo con questa tua frase ... e il tutto traspare dal tuo libro che sto leggendo in "parallelo" a quello di Luca!
Caro Micio,
è interessante che ti abbia colpito quella frase: puoi dire brevemente perché?
Caro Luca, ho ordinato qualche giorno fa il tuo libro. Lo leggerò molto volentieri. Mi interessa anche la tua riflessione sulla visione del mondo di altre culture.
Grazie per la squisita ospitalità, qui sul tuo blog.
A presto
Fernando
grazie Fernando!
la lettura continua, conto che le vacanze natalizie portino quel po' di tempo per finirlo!
Luca
@fernando: la frase mi ha colpito perchè contiene un concetto che fa parte della mia filosofia di vita che sintetizzo "essere uguali o meglio coerenti e utilizzare gli stessi strumenti in ogni momento della vita ed in ogni contesto".
Questo non vuol dire essere monocordi ma significa che se uno strumento funziona ed è coerente con il contesto lo si può utilizzare sul lavoro per gestire un progetto o in famiglia nella gestione educativa dei figli.
Personalmente utilizzo tecniche di PM o di agile PM in diversi hobby o anche nelle relazioni con gli altri senza per questo (come qualcuno può temere) svuotarli di contenuti emozionali ... anzi.
Grazie Luca per l'ospitalità ...
Very creattive post
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