Nella settimana appena trascorsa ho partecipato come relatore a due conferenze dedicate alla complessità nel management.
Lunedì 25 settembre, nell'ambito di Abitare il Tempo, al Consiglio Direttivo del Gruppo Cucine.
Venerdì 25 settembre, presso la Fandis a Borgo Ticino (NO), in un incontro dal titolo Prede o ragni: in viaggio nella complessità.
Entrambi gli incontri mi hanno fatto capire ancora di più come, soprattutto in tempi di crisi, la complessità generi reazioni opposte. La complessità divide.
C'è chi, non cogliendone ricadute immediate per la propria attività, la vede come qualcosa di teorico, up in the sky, un divertissement per intellettuali.
C'è invece chi, nella crisi, ricerca nuovi approcci, o, per dirla con il lessico delel biforcazioni, cerca di passare da un equilibrio esistente ad uno completamente nuovo, tramite un punto di discontinuità. La complessità non fornisce ricette certe (che poi nessuno può fornire), ma un nuovo modo di guardare le cose. Spetta poi a ciascuno di noi, come manager, imprenditore o semplicemente persona nella vita di tutti i giorni, individuarne l'applicabilità.
In fondo, la complessità ci invita a intraprendere un cammino, sembra darci il coraggio per farlo, per ripartire nuovamente. Non accontentiamoci, ma continuiamo l'avventura.
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