martedì 3 novembre 2009

Progetti e complessitá 2009

Venerdí a Milano...

domenica 27 settembre 2009

ripartiamo

Nella settimana appena trascorsa ho partecipato come relatore a due conferenze dedicate alla complessità nel management.
Lunedì 25 settembre, nell'ambito di Abitare il Tempo, al Consiglio Direttivo del Gruppo Cucine.
Venerdì 25 settembre, presso la Fandis a Borgo Ticino (NO), in un incontro dal titolo Prede o ragni: in viaggio nella complessità.

Entrambi gli incontri mi hanno fatto capire ancora di più come, soprattutto in tempi di crisi, la complessità generi reazioni opposte. La complessità divide.

C'è chi, non cogliendone ricadute immediate per la propria attività, la vede come qualcosa di teorico, up in the sky, un divertissement per intellettuali.

C'è invece chi, nella crisi, ricerca nuovi approcci, o, per dirla con il lessico delel biforcazioni, cerca di passare da un equilibrio esistente ad uno completamente nuovo, tramite un punto di discontinuità. La complessità non fornisce ricette certe (che poi nessuno può fornire), ma un nuovo modo di guardare le cose. Spetta poi a ciascuno di noi, come manager, imprenditore o semplicemente persona nella vita di tutti i giorni, individuarne l'applicabilità.
In fondo, la complessità ci invita a intraprendere un cammino, sembra darci il coraggio per farlo, per ripartire nuovamente. Non accontentiamoci, ma continuiamo l'avventura.

terza edizione della settimana della ricerca

Dal 28 settembre al 3 ottobre, la terza edizione della settimana della ricerca.

La III edizione della Settimana Internazionale della Ricerca e la naturale prosecuzione di un cammino iniziato nel 2007. Obiettivo principale è inaugurare un Dialogo in piena libertà di pensiero. L'incontro tra discipline diverse Proclama Il valore di questa libertà viene Possibilità di un orizzonte Diverso per le generazioni future.

Ricercatori e studiosi di differenti discipline si confrontano, lungo la settimana, in Incontri, Dibattiti, tavole rotonde, workshop e presentazioni di libri sui temi più dibattuti della ricerca contemporanea.

Alle attività scientifiche e divulgative dedicarsi ad un più largo pubblico, Saranno affiancate iniziative di carattere culturale (concerti e mostre) e laboratori multimediali per studenti delle scuole.

Qui il programma , davvero stimolante.

mercoledì 26 agosto 2009

i maya adottavano il pensiero sistemico?


SYSTEMS THINKING : ANCIENT MAYA'S EVOLUTION OF CONSCIOUSNESS AND CONTEMPORARY THINKING

Ass Prof Tadeja Jere Lazanski, PhD
University of Primorska,
Faculty of Tourism Studies-TURISTICA
Portoroz,Slovenia


Introduction
Systems thinking is a framework that is based on the belief that the component parts of a system can best be understood in the context of relationships with each other and with other systems, rather than in isolation. The only way to fully understand why a problem or element
occurs and persists is to understand the part in relation to the whole. (Capra, 1997)

There are some historical facts regarding systems and systems thinking. Systems thinking as a modern approach for problem solving was revived after WWII even though it had been an ancient philosophy. We can track systems thinking back to antiquity. Differentiated from Western rationalist traditions of philosophy, C. West Churchman often identified with the I Ching as a systems approach sharing a frame of reference similar to pre-Socratic philosophy and Heraclitus. (Hammond, 2003)

The first systems thinkers can be found in the oldest of human societies – the ancient Phoenicians with their cuneiforms, the Egyptians with their pyramids, Greek philosophers and Maya Indians are the earliest ancient societies of system thinkers. The Mayan numerical system and long count units has been proven as one of the most accurate systems for describing the present and future of the civilization in which we have all evolved. The Mayan calendars Tzolkin and Tun, based on mathematics as a strictly rational factor and enriched by intuition, are examples of an evolutionary system of human consciousness. The calendars and their meaning for sustainable society were completely explained and scientifically proven by Swedish microbiologist and Professor Carl Johan Calleman. The calendars presented personal intents of individuals and prophetic meanings for civilization. (Calleman, 2004) Basically, he deciphered the purpose of the calendars, what they represented and meant to the Mayans and how they used them. He discovered that the calendars were timing the development and evolution of consciousness (individual, societal, universal).

Continua...

martedì 23 giugno 2009

ridere é una cosa seria


La VI° edizione di Complessità, organizzata dagli allievi del master di tsm ( tsm-trentino school of management) MART>MAC (master of art and culture management), si svolgerà nei giorni 3 e 4 luglio 2009 presso Palazzo Consolati (via S. Maria Maddalena 1, Trento).

Complessità 2009 sarà costruita intorno alla tematica della risata come breakdown, momento di interruzione e ricostruzione di senso. Si tenterà di analizzare il riso in alcuni dei suoi aspetti: nel suo rapporto con i totalitarismi e la follia, con il sarcasmo, l’ironia, l’isteria, la comicità, il blasfemo, la derisione e l’umorismo.

L’esperienza della risata verrà analizzata da diversi punti di vista in due momenti di dibattito a cui interverranno relatori con diverse formazioni e diversi campi di esperienza. Dal punto di vista scientifico l’esperienza della risata verrà affrontata nella sua dimensione neurofenomenologica, relazionale, psicoanalitica cercando di evidenziare i meccanismi che contribuiscono a generare i processi creativi che alimentano l’innovazione. Dal punto di vista antropologico verrà approfondito l’aspetto sociale e
storico-filosofico di tale manifestazione.
Dopo i dibattiti, sono previsti momenti in cui fare esperienza della risata attraverso alcuni eventi collaterali.

Nei giorni antecedenti l’evento, l’offerta sarà arricchita da un cineforum, che presenterà una selezione di pellicole cult del cinema umoristico;

Durante la manifestazione, sarà possibile visitare, all’interno di Palazzo Consolati, un’esposizione di vignette che hanno fatto la storia della satira italiana (Cuore; Il Male).

Il taglio performativo e interattivo con cui sarà realizzato l’evento ne agevolerà la fruizione da parte del pubblico. Sarà, infatti, inscenato un processo alle discipline quali neuroscienze, filosofia, antropologia, sociologia ecc. colpevoli di aver dimenticato il valore educativo della risata.

La manifestazione intende proporre un contributo formativo alla comunità locale, proprio attraverso l’aspetto ludico che vuole indagare.

OSPITI:
Relatori
Ugo Morelli, direttore Mart>Mac Master of Art and Culture Management
Andrea Viliani, direttore Fondazione Galleria Civica di Trento
Maurizio Ferraris, docente di filosofia teoretica, Università di Torino
Marianella Sclavi, docente di Antropologia Culturale, Politecnico di Milano
Alfonso Maurizio Iacono, docente di Storia della filosofia politica, Università di Pisa
Gianpaolo Carbonetto, caporedattore della redazione Cultura e Spettacoli de “Il Messaggero Veneto”
Sergio Manghi, docente di sociologia, Università degli Studi di Parma
Discussant
Vittorio Gallese, docente di Neurofisiologia, Università di Parma
Cinzia Di Dio, docente di Neuroestetica, Università di Parma
Carla Weber, Psicoterapeuta, Studio Akoè, Trento
Giuseppe Varchetta, docente di Sviluppo Organizzativo, Università Milano Bicocca
Luca Mori, docente di Teoria e Modelli della Comunicazione, Università di Pisa
Diego Calzà, esperto di web marketing, comunicazione on line e progettazione partecipata
Artisti
Monica Trettel, Attrice Bolzanina
Live performance (al Centro Congressi di Sardagna) Tickle me, musicisti Fiorentini (Giorgia Angiuli, Yamaica De Marco, Piero Fragola)


Due parole sul Master:
Mart>Mac Master of Art and Culture Management è uno dei percorsi di alta formazione di tsm, si pone l’obiettivo di fornire agli allievi teorie, metodi e strumenti manageriali innovativi, per un’appropriata gestione di istituzioni, patrimoni ed eventi dell’arte e della cultura. Le caratteristiche distintive del percorso mirano allo sviluppo di competenze innovative e di metodi applicativi, favorendo l’inserimento professionale, secondo modalità
differenziate, nelle istituzioni dell’arte della cultura.

venerdì 19 giugno 2009

telegrafo giapponese

Telegrafiche impressioni dal Giappone...
Tokyo é proprio come un romanzo di Murakami. Un animale auto-organizzato che vive di vita propria, e non dorme mai, veramente mai. Un insonne drago dagli occhi di neon. Esserne una cellula, una piccola particella, é speciale.

Il resto del Giappone, perché Tokyo é un mondo a parte, non é Giappone, é Tokyo appunto, il drago... il resto del Giappone invece é proprio come un anime di Miyazaki. Il castello errante di Howl, ad esempio. Vi é una intensa spiritualitá ovunque, a volte celata, ma presente. Non solo nei numerosissimi templi che sorgono un po' dappertutto, e quelli di Kyoto sono davvero splendidi. Ma nella natura stessa, nei movimenti, nelle posture, negli occhi, nel cibo e nel modo in cui é presentato, nell'ospitalitá.

Colonna "sonora" che mi ha accompagnato in questo viaggio...
Trilogia della cittá di K, di Agota Kristof, brutalmente stupendo, da togliere il fiato;
Il lunedí arriva sempre di domenica pomeriggio, di Massimo Lolli, banale e inconsistente.

venerdì 22 maggio 2009

blog dormiente...

Sentivo parlare di conti correnti dormienti l'altro giorno.
Anche questo blog é un po' dormiente ultimamente.
E' proprio vero che il tempo é la vera risorsa scarsa.
Lo lasceró dormire ancora un po'...
Lunedí volo in Giappone per 2 settimane, ci si sente al ritorno.

giovedì 7 maggio 2009

cultura, impresa e innovazione

...una sfida per le cittá di domani.

A Udine, domani 8 maggio 2009 alle ore 20 presso l'Oratorio del Cristo in Largo Ospedale Vecchio.

Intervengono:
Cesare De Michelis, presidente Marsilio Editori
Cristiano Seganfreddo, direttore Fuoribiennale
Stefano Micelli, docente e direttore TeDIS, Università Ca' Foscari

Modera:
Eleonora Vallin, vicedirettrice Nordesteuropa.it

Potete iscrivervi all'evento sul sito di Nordesteuropa. Spero di riuscire a partecipare.

martedì 21 aprile 2009

nuovo libro di bocchi e ceruti

Ecco la nuova fatica degli autori di La sfida della complessitá...
si chiama Una e molteplice. Ripensare l'Europa.

Non l'ho ancora letto ma, conoscendo gli autori, lo consiglio sin d'ora.

A vent'anni dalla caduta del Muro di Berlino, gli autori di "La sfida della complessità", in queste pagine agili e illuminanti, tornano a riflettere sul senso profondo della storia europea. È una storia di unità e diversità, ricca di intrecci etnici e linguistici, culturali e religiosi, di conflitti disastrosi e di progetti politici costruttivi. Come mostrano gli autori, l'Europa si presenta come un progetto e non come un territorio, si definisce come entità politica e non geografica. Nata dalle rovinose esperienze delle due guerre mondiali, dei totalitarismi e della contrapposizione fra blocchi, grazie alla consapevolezza della sua storia, remota e recente, l'Europa ha imparato a pensare insieme identità e diversità, unità e molteplicità, concependo ogni cultura come incompiuta, multipla e in continua evoluzione. In virtù di questo patrimonio, l'Europa può diventare un laboratorio di innovazione, capace di raccogliere le sfide che gli orizzonti etici e politici del "mondo globale" pongono alle persone, alle collettività e alle istituzioni.

lunedì 20 aprile 2009

il re, l'eroe, la fata

Piera Giacconi é innanzitutto una persona di sensibilitá e profonditá fuori dal comune. Ha la rara capacitá di metterti profondamente a tuo agio. Lo posso dire dopo averla conosciuta venerdí sera.

E poi, Piera Giacconi conosce le fiabe. Le racconta, le utilizza come strumento di cambiamento per uomini ed organizzazioni. E le inventa, le scrive.


Cambiare grazie alle fiabe. C'é dietro un metodo, il metodo Debailleul, ma per questo vi prego di rifarvi al suo sito, dove troverete tutte le informazioni che cercate. Ora vi racconto quello che ho capito, oppure ho immaginato io.

Le fiabe rappresentano lo spazio delle possibilitá. Tutto é possibile, tutto ci é possibile, se ci liberiamo dalle meschinitá dell'appiccicosa realtá. Lá dentro, invece, lá possiamo riscoprire la libertá nei valori forti tradizionalmente tramandati nelle fiabe.

Quello che mi sembra promettente é che nelle fiabe non ci sono risposte precostituite, non c'é l'unica vera via, la one best way. Bisogna uscire dagli schemi, cercare la propria strada, abbandonarsi alla creativitá. Probabilmente, oggi piú che mai, le fiabe possono essere importanti per uomini ed organizzazioni.

Perché in ciascuno di noi c'é un Re, esigente nel formulare sogni a prima vista inarrivabili. E poi c'é un Eroe, pronto a versare fino all'ultima goccia di sudore per arrivare lá. E poi una Fata, quel tocco di magia inattesa che ci fa sfiorare l'infinito.

Molto spesso li sopprimiamo. Che spreco...


lunedì 6 aprile 2009

l'aquila, 6 aprile 2009

Lasciamo da parte le polemiche e consideriamo che eventi catastrofici di questo tipo non sono scientificamente prevedibili.
Lasciamo da parte le polemiche, solite polemiche strumentali.
Rimbocchiamoci tutti le maniche. Se questo non verrá fatto, se qualcuno non lo fará, se la ricostruzione sará lenta o sbagliata, allora sí faremo polemica.
Adesso no.

giovedì 2 aprile 2009

complessità e vita quotidiana

Vi rimando a un bel post sulla complessità dal blog Appunti e virgole.

Ecco l'introduzione:

Non sono uno studioso e nemmeno uno scienziato: sono solo un curioso che legge e segue i progressi della comunita` scientifico-tecnologica.
Mi interessa tuttavia capire come la scienza si declina nell’utilizzo e nel pensare comune, come la gente percepisce ( se li percepisce) i progressi scientifici o ne coglie solo i vantaggi tecnologici, quando questi ci sono. Infatti, solo quello che si riesce a fare proprio, attraverso le proprie capacita` analitiche, che si inserisce consapevolmente o meno nella propria realtà` quotidiana, diventa bagaglio culturale comune, magari travalicando il significato originario.
Pertanto con queste mie riflessioni non ho nessuna pretesa, se non sottolineare il gap che esiste tra “scienziato” e “uomo comune”, magari suggerendo, nel mio piccolo, azioni che in qualche modo avvicinino gli estremi.

giovedì 19 marzo 2009

tra plicum e plexum: vita é complessitá

Clelia Mazzini scrive su akatalepsía.
Sottotitolo: o degli infiniti ritorni.
Degli infiniti ritorni alla parola e, in ultima istanza, alla vita.
Almeno cosí la interpreto io.



Ha voluto citare in questo post Viaggio nella complessitá, sottolineando la differenza tra il complicato e il complesso.
La piega del foglio, lineare, da un lato.
Il nodo, l'intreccio, il gomitolo dall'altro.
Meccanismo e organismo.

Vita é complessitá.
Cosí rappresentata da Jackson Pollock.


martedì 17 marzo 2009

questo invece mi ha convinto


La teoria della complessitá di Réda Benkirane é un libro che chiunque si occupa a vario titolo di teoria della complessitá dovrebbe leggere.

Comprende i contributi di tutti i maggiori studiosi a livello mondiale. Tanto per fare alcuni nomi: Edgar Morin, Ilya Prigogine, Stuart Kauffman, Cristopher Langton, Francisco Varela, Michel Serres, Brian Goodwin. E molti altri.

Contributi a 360 gradi, dunque: filosofi, biologi, chimici, studiosi di intelligenza e vita artificiale e chi piú ne ha piú ne metta. Del resto, come piú volte sottolineato, la complessitá é un corpo coerente di conoscenze emergente da questo territorio interdisciplinare. E proprio questo é il suo fascino. Questa la sua forza.

Il libro é particolarmente aiutato nella scorrevolezza dalla scelta della modalitá dell'intervista. L'autore, molto preparato, ha intervistato 18 studiosi di livello mondiale e permette cosí di andare a fondo agli aspetti che piú interessano.
Permette, inoltre, di mostrare alcune differenze di sensibilitá su alcuni argomenti: ad esempio, gli insegnamenti tratti dai sistemi biologici possono essere declinati nei sistemi sociali, sí o no? Oppure, che cos'é realmente l'auto-organizzazione e qual é la sua relazione con la selezione naturale? E cosí via.

Un viaggio nel paese delle scienze, quindi. Soprattutto, se come sostiene Paul Valery, tra l'ordine e il disordine regna un momento delizioso, un viaggio in questo momento delizioso.
Anche se a volte vengono le vertigini e si puó perdere la bussola, ne vale davvero la pena. Anzi, soprattutto proprio per questo ne vale la pena. Non é cosa da poco.

venerdì 13 marzo 2009

se tutto si muove all'unisono

Il libro SYNC di Steven Strogatz (qui l'edizione italiana Sincronia) si occupa di un fenomeno misterioso e affascinante, quello dell'emergenza, in natura, ad ogni scala, di comportamenti sincronizzati.
E' un caso particolare di auto-organizzazione, dove non é la simmetria spaziale a rompersi e creare un nuovo stato (come nel caso delle celle di Benard o nella creazione dal basso di formicai, alveari, termitai), ma la simmetria temporale. Ed ecco che, a partire da parti disperse, emerge un'orchestra che suona perfettamente a tempo, pur in assenza di un direttore.

Devo dire che il libro é molto "americano" e non mi ha convinto, ricco di aneddoti personali e poco concreto. Peró vale la pena citare qualche esempio, perché davvero suggestivo.

Sentite la premessa del volume:

Al cuore dell’universo c’é un battito continuo e insistente: il suono dei cicli sincronizzati. Pervade la natura ad ogni scala, dal nucleo al cosmo. Ogni notte lungo i fiumi della Malesia, migliaia di lucciole si riuniscono nelle paludi e lampeggiano all’unisono, senza alcun leader o suggerimenti dall’ambiente. Trilioni di elettroni marciano compatti in un superconduttore, facendo sí che l’elettricitá fluisca attraverso di esso senza resistenza. Anche i nostri corpi sono sinfonie di ritmo, mantenuti in vita dall’inesorabile, coordinata alimentazione di migliaia di cellule pace-maker nei nostri cuori. In ogni caso, questa sincronia appare spontaneamente, come se la natura avesse un misterioso desiderio d’ordine.

Le lucciole... non solo emettono luce all’unisono, ma lo fanno a ritmo, seguendo un tempo costante. Che mistero, per decenni! Almeno fino a metá degli anni Sessanta del secolo scorso, quando il biologo John Buck e la moglie volano in Tailandia per svelare una volta per tutte il magico fenomeno.


Fiumi soggetti alle maree nelle vicinanze di Bangkok. Quante lucciole, che spettacolo mozzafiato! I coniugi Buck, dopo l’iniziale meraviglia, si decidono: catturano decine e decine dei piccoli insetti, li portano nella loro buia stanza d’albergo e qui li liberano. Disorientati, inizialmente svolazzano nervosamente. Poi si calmano, si dispongono sui muri e sul soffitto mantenendo sempre una distanza di almeno 10 centimetri tra loro. Scintillano incoerentemente. Ma, sorpresa, a due a due, a tre a tre, a piccoli gruppi, incominciano a pulsare all’unisono. E cosí via, oggi lo sappiamo, circolaritá auto-rinforzante, fino all’emergenza di un unico stato coerente.
Le osservazioni dei coniugi Buck suggerirono che le lucciole in qualche modo aggiustano i loro ritmi rispondendo agli scintillii delle vicine. L’ipotesi venne confermata in laboratorio, illuminandole artificialmente e misurandone le risposte. Oggi sappiamo che ciascuna continuamente invia e riceve segnali nel vicinato, spostando i ritmi delle altre e modificando i propri: la sincronia emerge spontaneamente, dal basso, senza leader. E le piccole lucciole, con tutto il rispetto, non sono particolarmente intelligenti: tutto ció di cui hanno bisogno é un metronomo interno che aggiusta automaticamente il tempo dell’oscillazione in risposta alle vicine. Tutto qui.

Seguendo le stesse logiche, é possibile spiegare numerosi altri fenomeni. Donne che passano molto tempo insieme spesso scoprono che i loro periodi mestruali tendono a cominciare insieme per via di conversazioni silenziose mediate da feromoni. Spermatozoi che nuotano fianco a fianco verso l’ovulo battendo la coda all’unisono. Pericolosamente, milioni di cellule cerebrali che causano le ritmiche convulsioni in un attacco epilettico. Seguendo le stesse logiche, é possibile rappresentarci come un’enorme orchestra di oscillatori viventi.

La sincronizzazione come caso particolare di auto-organizzazione, quindi. Affascinante, come molti altri. Che si tratti di lucciole o della nostra stessa vita, sembra essere all’opera l’auto-organizzazione. Che, in questi esempi, rompe la simmetria nel tempo. Sempre di una rottura si tratta, verso un nuovo stato non presente al livello inferiore.

martedì 10 marzo 2009

i am back

Un saluto a tutti i lettori di ComplessaMente.
Mi scuso per la lunga assenza, come dire, indipendente dalla mia volontá.
Sono entrato in ospedale il 12 febbraio per una normalissima operazione al legamento crociato. Pochissimi giorni di convalescenza previsti.
Ma l'inaspettato si materializza in sala operatoria. Entro sano e ne esco con un'infezione.
Risultato: altri 3 interventi di lavaggio del ginocchio, antibiotici fino a fine marzo e 25 giorni in ospedale. Finalmente, ieri sono uscito.

Tornando ai temi di questo blog, nei momenti in cui la febbre mi dava tregua sono riuscito a leggere qualcosa, di cui scriveró nei prossimi giorni. In particolare, SYNC di Steven Strogatz, La teoria della complessitá di Réda Benkirane e il noto e citatissimo La coda lunga di Chris Anderson.

sabato 7 febbraio 2009

truman show a udine

Io sono di Udine.
Ieri sera sono andato a mangiare la pizza nel mio posto preferito, che si trova proprio lì, a un centinaio di metri dalla famosissima (in questi giorni) Quiete.
E li ho visti.
Come nei film.
Furgoni bianchi con antenne minacciose.
Scritte cubitali di network che tutti conosciamo.
Io queste cose le avevo viste solo nei film, non è che nella mia tranquilla città di provincia ci sia spesso tale dispiegamento di forze televisive.
C'era anche la pioggia, a dare alla scena un'apparenza sinistra.
Nessuno in giro.
Solo macchine.
Nemmeno una persona.
Come in un film, o in un brutto incubo.

Forse, ci siamo dimenticati della persona, della vita umana.
Solo macchine.
E procedure, leggi, guerre di avvocati, microfoni spianati.

Where is the love?

martedì 3 febbraio 2009

un nuovo blog sulla complessità

Nòva100 ha deciso di incorporare l'argomento complessità affidando ad Ignazio Licata il blog dal titolo ApertaMente.

Licata da anni si occupa di complessità e quindi accogliamo con piacere un nuovo amico che nella blogosfera toccherà questi argomenti a noi così cari. Speriamo che da ApertaMente ogni tanto passi a fare un salutino anche a ComplessaMente. La vicinanza culturale si percepisce già dal nome.

In bocca al lupo!

sabato 31 gennaio 2009

le due fortune

Per fortuna che siamo tutti riduzionisti.
Se non lo fossimo, non si sarebbero scoperte le leggi della gravitazione che regolano il moto dei pianeti, le leggi della termodinamica che hanno consentito la costruzione del motore a combustione interna, le equazioni dell’elettromagnetismo che stanno alla base dell’elettrotecnica, dell’ottica e delle moderne telecomunicazioni, per finire con la fisica quantistica che ci svela il comportamento profondo della materia, ma anche la storia dell’universo dal big-bang ad oggi.
Se non lo fossimo, non ci sarebbe stata la rivoluzione industriale, probabilmente non avremmo il tenore di vita odierno, non lavoreremmo in aziende più o meno gerarchicamente organizzate.
Se non lo fossimo, non andremmo a fondo, fino nei minimi dettagli, alla ricerca di. Come avere successo? Come vincere il Superenalotto? Che tempo farà domani? Come tirare fuori sempre il meglio dai propri collaboratori? Eccetera.
Per fortuna che siamo tutti riduzionisti.

L’esistenza delle leggi fisiche è stupefacente, ma non è tutto. Il mondo naturale è governato sia dai principi essenziali, sia dagli straordinari principi organizzativi alla base di strutture che acquisiscono significato e vita autonoma, fino a trascendere le parti di cui sono composte.
Lo stato liquido è una proprietà emergente che non appartiene alle singole molecole d’acqua. La coscienza non è insita nei neuroni. Le economie, le culture, le politiche. Sistemi fisici, biologici, sociali. Stiamo assistendo ad una trasformazione: da condensare la realtà in un sistema di equazioni attraverso la sua scomposizione in parti sempre più piccole, a raccontare il modo in cui la Natura si auto-organizza.

E per fortuna che c'è l'emergenza.
Capiamo l'importanza della rete e delle connessioni, che il tutto è maggiore della somma delle parti, che ci sono altre angolazioni da cui osservare la realtà, che si può salire sul banco ed il mondo è diverso visto da quassù.
Si possono risolvere problemi nuovi in maniera creativa, ricorrendo ad analogie, attingendo all'intelligenza fluida di persone distanti anche centinaia di migliaia di km. Si possono disegnare mappe mentali, analizzare network sociali, circoli virtuosi e viziosi. Si può raccontare.
Per fortuna che c'è l'emergenza.

Robert Laughlin, premio Nobel per la fisica, nel suo ultimo Un universo diverso:
Non ci troviamo alla fine del percorso delle scoperte, ma alla fine dell’Era del Riduzionismo, un periodo storico in cui la falsa ideologia del dominio dell’uomo sulla natura, esercitato mediante le leggi microscopiche, sta per essere spazzata via dagli eventi e dalla logica. Con ciò non voglio dire che le leggi microscopiche siano errate o insensate, ma solo che in molti casi diventano irrilevanti per colpa dei loro figli e nipoti, le leggi superiori di organizzazione.

Per fortuna che c'è il riduzionismo. Ma ora è tempo di meritarci anche la seconda fortuna, e procedere nel cammino.

martedì 27 gennaio 2009

colori





Giallo: ebrei
Rosso: dissidenti politici
Rosso con al centro la lettera S: repubblicani spagnoli
Verde: criminali comuni
Viola: Testimoni di Geova
Blu: immigranti
Marrone: zingari
Nero: soggetti "antisociali" e lesbiche
Rosa: omosessuali maschi

giovedì 22 gennaio 2009

isole

Perchè le connessioni, potenti, sempre più, sono ovunque. Perchè sono alla base dei fenomeni di auto-organizzazione che osserviamo intorno a noi.
Nelle politiche, ecologie, culture, che, seppure in crisi, ci sono, come nostre costruzioni sempre dinamiche, in attesa che nuove connessioni stabilite o vecchie che vengono separate dalla rete conducano a inaspettate configurazioni.
Nelle imprese, nonostante il periodo.
Nei mercati azionari, che pure in questi momenti sono nell'occhio del ciclone.

Qui, ciascuno può giocare la sua partita, può creare o distruggere. La campana suona per tutti noi. Una grande responsabilità che, se condivisa, saremo in grado di cogliere.


Nessun uomo è un'isola, John Donne


Nessun uomo è un'isola,
completo in se stesso;
ogni uomo è un pezzo del continente,
una parte del tutto.
Se anche solo una zolla
venisse lavata via dal mare,
l'Europa ne sarebbe diminuita,
come se le mancasse un promontorio,
come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi,
o la tua stessa casa.
La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce,
perché io sono parte dell'umanità.
E dunque non chiedere mai
per chi suona la campana:

Essa suona per te.

martedì 20 gennaio 2009

tutti avranno già commentato...

...ma quello che mi ha colpito del discorso di Obama è il continuo richiamo al "noi", alla "comunità", alla creazione condivisa. Che sia o meno retorica, è ciò di cui abbiamo bisogno, a livello sociale in generale, e nel nostro particolare, impresa, associazione o Pubblica Amministrazione.

Creazione che assume un senso solo quando viene condivisa...

fisica, biologica, sociale ... auto-organizzazione

Un post interessante su non lineare.
Tema di ricerca affascinante... se poi ci mettiamo anche le organizzazioni sociali e le imprese in particolare... che cosa si puó dire, quali sono le relazioni tra i tre tipi di auto-organizzazione, fisica, biologica e sociale? o si tratta di un'unica auto-organizzazione?
Work-in-progress...

venerdì 16 gennaio 2009

pericolosi stormi

Di stormi di uccelli, meravigliosi esempi di auto-organizzazione, si é parlato molte volte qui, come anche in Prede o ragni e in Viaggio nella complessitá.

Ma oggi sono sulle prime pagine di tutti i giornali. Oggi fanno notizia. Perché fanno cadere gli aerei.


Ma come é possibile? Per saperne di piú, ecco un interessante articolo tratto da Scientific American.

PS: grazie a moto browniano per lo spunto

giovedì 15 gennaio 2009

sincronie di cervelli

Secondo Jamshed Bharucha, professore di Psicologia alla Tufts University, la chiave sta nella sincronizzazione. Nello specifico, nella sincronizzazione dei cervelli.

La sincronizzazione ha a che fare con il comportamento di gruppo, con valori e comportamenti condivisi, dentro o fuori. Ideologie, emozioni, mode, memi, comunitá etniche, religiose, politiche... Banchi di pesci, stormi di uccelli, branchi di lupi famelici, che se li guardi dall'alto sembrano un tutt'uno, un animale che vive di vita propria.


La sincronizzazione é mediata dalla comunicazione tra cervelli. I canali comunicativi possono essere verbali o non verbali (espressioni facciali, posture, gesti, tono di voce, musica, ecc.). La comunicazione tra le regioni del cervello rappresenta un caso speciale di quella, ben piú ampia, tra cervelli. E su questo, ci dice il prof Bharucha, ci sará un'esplosione di ricerca.


Se, grazie a studi multidisciplinari intersecati, capiremo qualcosa in piú di come i cervelli interagiscono potremo meglio governare, nel bene e nel male, le dinamiche di gruppo, le relazioni interpersonali, l'educazione, le politiche. Si potrá, forse, migliorare la condizione umana. Si potrá, forse, consolidare il potere, distruggere su larga scala. Un'intelligenza collettiva auto-organizzata, che, come si augura Jacques Attali in Breve storia del futuro, speriamo porti all'iperdemocrazia, e non all'iper-conflitto.

mercoledì 14 gennaio 2009

cammino nel management

Con la scusa di disegnare la mappa mentale della presentazione del master in evolutionary management presieduto dal prof. De Toni, Roberta Buzzacchino ha disegnato con colori e immaginazione l'evoluzione del management dell'ultimo secolo.


Gustatevi il cammino ...

lunedì 12 gennaio 2009

la persecuzione del rigorista

L’altro romanzo che ho letto é stato La persecuzione del rigorista, scritto da Luca Ricci ed edito da Einaudi nel 2008. Non conoscevo Luca Ricci, ma la copertina (una porta di calcio dipinta sul muro di un oratorio) e la quarta mi hanno attratto. Uno di quei casi in cui non conosci né l’autore né il libro, ma li trovi sulla tua strada e non puoi dire loro di no.

Uno sperduto paesino dell’Appennino, dove il solo piacere concesso dal Signore é la squadra di calcio dilettanti della zona. Una squadra con i fiocchi, viste le dimensioni del paese. E in cui milita un centravanti che sembra non abbia mai sbagliato un calcio di rigore. Mai, nemmeno uno. Né una bella parata del portiere, né un palo o una traversa, né un pallone calciato alle stelle. Perfezione.

E questo é l’unico aspetto trascendente di tutto il romanzo. L’unico che si eleva. Ad esso, cristallino, vengono contrapposte le meschinitá, le piccolezze, le ambizioni, le lotte di potere dei personaggi, che Ricci descrive con linguaggio volutamente altrettanto secco, senza fronzoli, voli pindarici.

L’effetto prende allo stomaco, in un susseguirsi in cui si aspetta sempre il lieto evento, la svolta, che sembra invece non arrivare mai. In questo, é un libro a suo modo violento.

venerdì 9 gennaio 2009

after dark

In queste vacanze natalizie sono riuscito a leggere due romanzi, di cui voglio parlare brevemente. Iniziando dal secondo, che é quello che mi ha colpito di piú, stregandomi nei suoi meandri.

After dark, dello scrittore giapponese Murakami. Forse non ho usato l'approccio giusto con questo libro. L'ho divorato voracemente, ma forse meritava di essere assaporato dolcemente. Ma non é stata colpa mia. E' stato l'incantesimo che, in casi fortunati, solo tra libro e lettore si riesce a creare.

Una notte, una sola notte a Tokyo. Le ore scandiscono il procedere dei capitoli. Tutto in una notte. In cui si muovono, si incontrano, si scontrano, si accarezzano... una ragazzina introversa, sua sorella che si trova in un apparente stato vegetativo, un musicista jazz pieno di sogni, la gestrice di un love hotel ex campionessa di lotta femminile, un informatico che lavora fino al mattino successivo, una prostituta cinese diciannovenne.

Una notte, si diceva. Una notte in cui le luci non mancano, in cui le luci sono innanzitutto questi personaggi, che dall'incontro riescono, come il laser in cui emerge un'onda coerente, ad illuminare l'oscuritá che li avvolge. Buio e luce in compresenza, una notte che non esiste senza il giorno e viceversa.

E una cittá, Tokyo, descritta con vividezza impareggiabile da Murakami. Sembra di essere lí. Sembra di vedere, dal vero, un film, con la telecamera che viene magistralmente spostata per farci cambiare prospettiva, angolazione, punto di vista. Molto spesso vediamo Tokyo dall'alto, auto-organizzata come un animale che vive di vita propria, in cui gli individui, pur mantenendo la propria individualitá, contribuiscono a creare il sistema cittá.

Qui, gli opposti convivono. Di buio e luce si é giá detto. E poi, in tutto il romanzo, sogno e realtá, semi-sogno o semi-realtá, confini sfumati e vertigini e brividi. Effetto di straniamento nitidamente descritto nei minimi particolari. Orlo del caos, diremmo noi...

Meritava maggior dolcezza. Murakami mi scuserá se l'ho divorato voracemente. Non avevo altra scelta.

mercoledì 7 gennaio 2009

che cosa cambierá tutto?

Domanda facile facile per iniziare il 2009. Ci ha pensato Edge, ponendola ad alcuni tra i maggiori scienziati viventi.

WHAT WILL CHANGE EVERYTHING?
What game-changing scientific ideas and developments do you expect to live to see?


Date un'occhiata...

e, ovviamente, un buon anno a tutti!